domenica 8 gennaio 2006
Non si fa la felicità di molti facendoli correre prima che abbiano imparato a camminare.Forse qualche lettore ricorderà il raffinato film di Karl Reisz intitolato La donna del tenente francese (1981) con una grande e intensa Meryl Streep nel ruolo dell"infelice Sarah, messa al bando nell"Inghilterra vittoriana per la sua fugace relazione con un misterioso tenente francese. Ora, il film (che in realtà era intrecciato con un"altra storia parallela) era basato sull"omonimo romanzo dello scrittore inglese contemporaneo John Fowles. È da questa sua opera che traggo la battuta che ho oggi proposto come spunto di riflessione. L"idea è chiara: molti ignorano una legge fondamentale della vita che è la gradualità.Certo, ci sono i geni che non hanno bisogno di transitare prima per i passaggi intermedi per approdare alla meta. Ma noi, persone normali, dobbiamo con umiltà procedere un passo dopo l"altro, con fatica e costanza. E questo comportamento lo dobbiamo adottare anche nel giudicare gli altri. Il genitore o l"educatore non può pretendere che il figlio o l"allievo corra prima che abbia imparato a camminare, così come il ragazzo non deve smaniare ritenendosi già maturo e ribellandosi a ogni esercizio di apprendistato e di formazione. Purtroppo la malattia dei nostri giorni è proprio quella della fretta, anzi, della frenesia, spezzando ogni freno, ignorando ogni attesa, governati solo dal motto «Tutto e subito». Anche se non aveva rispettato per primo lui questo divieto, Ernest Hemingway ammoniva giustamente contro quella «perversione di vita che è la necessità di compiere qualcosa in un tempo minore di quanto in realtà ne occorra».
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