domenica 27 gennaio 2019
«Quanto sei vivo e fresco, spirito dell'amore! Sebbene tu sia immenso come il mare, niente può penetrare in te, neppure il sentimento più potente e sublime, senza svilirsi e deprezzarsi, in un istante». Una delle infinite prove della grandezza irraggiungibile di Shakespeare è la sua capacità di svelare misteri profondissimi senza darlo a vedere. Affermazioni essenziali, scoperte abissali sul nostro essere umano, scivolano con leggerezza, come battute recitate su un palcoscenico, quali in realtà nacquero. Siamo predisposti a parole drammatiche e assolute quando assistiamo a una tragedia, Amleto, Romeo e Giulietta, ma il genio di Shakespeare ci sorprende e inganna insinuando verità come per gioco, nelle commedie, come qui, nella Dodicesima notte. Orsino è solo un innamorato felice di essere tale, ma in modo giocoso ci svela un mistero dell'amore: che è uno spirito assoluto. Non una condizione, ma una realtà spirituale viva, e fresca: quindi non suscettibile di invecchiamento. L'amore è immenso come il mare: ma mentre il mare tutto può accogliere, nulla può penetrare nell'amore, altrettanto vasto ma inarrivabile. Ogni sentimento, anche il più potente e sublime, di fronte all'amore si svilisce e deprezza, annichilito. L'amore è spirito perennemente giovane, eterno, assoluto, non solo vasto, ma abissale nel suo mistero, come il mare.
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