venerdì 19 dicembre 2003
Il mio passato non mi preoccupa più: appartiene alla misericordia divina. Il mio futuro non mi preoccupa ancora: appartiene alla provvidenza divina. Ciò che mi preoccupa è l'adesso, qui e oggi: esso però appartiene alla grazia divina e all'impegno della mia buona volontà. Un lettore, che è sacerdote da cinquant'anni, mi manda la sua immaginetta-ricordo, che reca questa citazione di san Francesco di Sales (1567-1622), noto anche per la sua fine produzione letteraria spirituale. Sono parole che possono adattarsi a questi ultimi giorni di un anno che sta ormai declinando. Elaborare i bilanci consuntivi o previsionali di un'azienda può essere anche facile; più impegnativo è fare il resoconto di una vita coi suoi splendori e le sue miserie, col bene e col male creato dalle proprie mani, col significato o col vuoto di un'esistenza. Francesco di Sales articola il suo bilancio sulla triplice dimensione del tempo e la pone all'insegna del giudizio divino. Passato e futuro sono guardati con grande serenità: il primo è affidato alla misericordia di Dio, anche perché non può più essere cambiato; il secondo è solo nelle mani di Dio che è anche padre e non vuole che il figlio sia abbandonato o rovinato. L'unico aspetto del tempo che è rischioso è il presente perché lo si sta costruendo "adesso, qui e oggi" ed è l'unico che pienamente ci appartiene. Sta alla nostra libertà renderlo offensivo e deflagrante oppure fecondo e produttivo. Ma san Francesco sa che anche il presente, pur così intrinsecamente legato a noi, non è privo della presenza divina. La grazia, infatti, sostiene la nostra libertà e, se solo stendiamo la nostra mano, Dio è pronto ad afferrarla e a guidarci lungo il cammino della vita, un giorno dopo l'altro, passo dopo passo. E, allora, come diceva il poeta francese ottocentesco Stéphane Mallarmé, «l'oggi diventa vergine, vivace e bello».
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