Il diritto alla cultura trasforma le periferie e il modello di sviluppo

Da oggi tre giorni di confronto internazionale tra intellettuali e amministratori sulla nuova Carta di Roma. Promotori l'Unione mondiale dei comuni e il vicesindaco Luca Bergamo
September 30, 2020
Il diritto alla cultura trasforma le periferie e il modello di sviluppo
Ufficio stampa | Luca Bergamo, vicesindaco di Roma, alla conferenza internazionale promossa dal Campidoglio
Medellin, da regno incontrastato di Pablo Escobar a città rivitalizzata da un progetto di sviluppo urbano
conferenza internazionale promossa dal Campidoglio assieme alla Commissione cultura dell'Unione delle città e dei governi locali (Uclg)
Luca Bergamo, vicensidaco di Roma e assessore alla Crescita culturale
Perché “di Roma”? «Entro il 2050 due terzi della popolazione mondiale vivrà in contesti urbani. E Roma ha assunto un ruolo guida perché ha il problema di esercitare il diritto alla cultura su una superficie di 1.200 chilometri quadrati abitato solo da 2 milioni 800 mila persone. Parigi è di 102 chilometri con gli stessi abitanti. Londra ha la superfice di Roma ma 8 milioni di abitanti. A Roma ci sono grandissime distanze fisiche, nate da differenze sociali e da uno sviluppo urbano selvaggio. Noi abbiamo impostate le politiche culturali di questa città in direzione appunto della crescita. Con tutti i limiti del caso, non abbiamo certo risolto tutti i problemi».
Non si tratta solo di musei e biblioteche, sottolinea il vicesindaco: «Questo approccio riguarda anche la qualità del tempo speso per gli spostamenti pubblici o l’esperienza nei rapporti con gli sportelli pubblici o i servizi sociali». Note dolenti, nella Capitale: «Non voglio negare l’esistenza e la profondità dei problemi di Roma, ma c’è una chiave per l’organizzazione urbana che deriva da questo tipo di visione».
La Carta di Roma vuole proporre un approccio concreto dei principi dall’articolo 27 della Dichiarazione universale dei diritti umani («Ogni individuo ha diritto a prendere parte alla vita culturale della comunità…») per democratizzare la cultura, come cardine degli obiettivi di sviluppo sostenibile Onu. Durante il summit, rappresentanti di governi e istituzioni di città come Barcellona, Bilbao, Bruxelles, Bogota, Buenos Aires, Città del Messico, Ginevra, Smirne, Lisbona, Medellin, Rabat o Washington si confronteranno con esponenti del mondo culturale, politico, imprenditoriale, istituzionale, sia italiano che internazionale.
«Papa Francesco lo dice meglio di tutti: in questo cambiamento d'epoca - spiega Bergamo - la partecipazione libera alla vita culturale deve essere la condizione per procedere a una trasformazione del modello sociale ed economico orientato verso la sostenibilità.

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