venerdì 8 aprile 2022
La Fondazione ha incontrato il Pontefice. Ricordato la figura di questo imprenditore che vendette l'azienda per andare in Brasile, col mandato di Paolo VI, a costruire ospedali, lebbrosari, scuole
Marcello Candia con madre Teresa di Calcutta nel 1981

Marcello Candia con madre Teresa di Calcutta nel 1981 - Archivio Avvenire

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Papa Francesco ha incontrato stamani i membri della Fondazione Marcello Candia. Un'opera che 40 anni lavora per curare i malati, i lebbrosi, sostenere i più poveri ed emarginati del Nord-Est del Brasile.

A farla nascere, appunto nel 1982, lo slancio missionario di Candia, di cui porta il nome, un industriale milanese, di origine campana.

Questi nel 1961 decise di vendere , che negli anni '60 aveva deciso vendere l'azienda ereditata dal padre e di trasferirsi in Sud America, per mettersi al servizio dei poveri. Insieme a monsignor Aristide Pirovano, vescovo del luogo, inizia la costruzione di un grande ospedale a Macapá, in Brasile, per poi spostarsi sul Rio delle Amazoni. Molte le sue opere realizzate negli anni: ospedali, lebbrosari, centri sociali e di accoglienza. Ma anche conventi e scuole.

Incontrando stamattina in Vaticano i membri della Fondazione, come riporta Vatican News, papa Francesco ha sottolineato in particolare il metodo e lo stile con cui essa porta avanti le sue iniziative, mantenedosi fedele al mandato che Marcello Candia ricevette direttamente da san Paolo VI. Ed è questo mandato che Francesco ha commentato dicendo che può "far bene a tutti coloro che gestiscono opere simili".

Il Papa ha affermato: Anzitutto, Paolo VI disse a Candia: “Se fa un ospedale in Brasile, lo faccia brasiliano…”. Cioè ben inserito nella realtà locale, coinvolgendo la gente del posto… Anche se magari un po’ di stile milanese lo avrà messo!

La inculturazione, anche per Francesco è prendere la cultura del posto dove andiamo a lavorare.

“Faccia attenzione – continuava Paolo VI – ad evitare ogni sorta di paternalismo, non imponga le sue idee ad altri, anche con buona intenzione”.

Da imprenditore, commenta Francesco, Candia "era abituato a decidere in prima persona", doveva quindi imparare un modo diverso di "guidare le cose".

Un'altra raccomandazione che San Paolo VI consegnò a Candia fu: “Faccia l’ospedale non solo per i brasiliani, ma con i brasiliani”. Papa Francesco ha ribadito il "non solo per, ma con".

Osservando: questo è importante, è una regola generale della carità: lavorare con le persone destinatarie del servizio. E aggiungeva: “Si proponga come obiettivo finale di non essere più necessario”.

A questo proposito Bergoglio ha sostenuto che "questo è saggio. Ma tante volte qui, anche noi nella Chiesa, troviamo gente di valore, preti, vescovi, che peròcredono che la storia della salvezza passi da loro, che sono necessari … Nessuno, nessuno è necessario assolutamente."

Non rendersi indispensabili, legando a sè le ciò che si realizza, ma anzi fare in modo che siano i collaboratori locali ad assicurare a tutto questo continuità, è una regola molto saggia, ha quindi fatto notare il Papa, ringraziando i presenti per il loro sforzo di andare avanti su questa strada non gestendo in proprio le opere, ma sostenendo le comunità locali e i missionari nelle loro iniziative rivolte alle persone in necessità.

Quindi papa Francesco prosegue: "E un altro merito che avete è che i costi di mantenimento della Fondazione sono minimi, quasi tutto va alle opere in Brasile. E questo è molto importante, perché ci sono organizzazioni e associazioni di lavoro per fare del bene, ma hanno una struttura di gente, di cose che – non esagero – la metà o il 60% dei bilanci vanno a pagare gli stipendi. No, questo non va bene. Il minimo, perché la maggior parte dei soldi vada alla gente. Questo è importante: continuate così".

L'augurio di Francesco ai presenti è stato, dunque, di andare avanti in questo lavoro e li ha invitati a portare la sua benedizione a tutti i collaboratori in Italia e in Brasile, oltre a chiedere preghiere per il suo lavoro "non facile".

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