giovedì 2 dicembre 2021
Francesco parla alle autorità del Paese e ribadisce che la via che "risana i conflitti e rigenera la bellezza della fraternità, è segnata da una parola: dialogo"
Il Papa: «Non saranno i muri della paura ad aiutare il progresso dell'Europa»

Ansa

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«Che sia un cantiere aperto di pace nel Mediterraneo. Cipro, crocevia geografico, storico, culturale e religioso, ha questa posizione per attuare un’azione di pace». Al Ceremonial Hall del Palazzo Presidenziale di Nicosia, città ferita dalla divisione, papa Francesco si è rivolto al Presidente della Repubblica Nikos Anastasiades e alla autorità cipriote parlando con chiarezza all’Europa. Perché è questo il messaggio finale che ha voluto dare nel suo discorso, dopo aver incontrato prima, in privato, il presidente della Repubblica di Cipro: «Il continente europeo ha bisogno di riconciliazione e unità, ha bisogno di coraggio e di slancio per camminare in avanti. Perché – ha proseguito il Papa – non saranno i muri della paura e i veti dettati da interessi nazionalisti ad aiutarne il progresso, e neppure la sola ripresa economica potrà garantirne sicurezza e stabilità. Guardiamo alla storia di Cipro e vediamo come l’incontro e l’accoglienza hanno portato frutti benefici a lungo termine. Non solo – ha continuato – in riferimento alla storia del cristianesimo, per la quale Cipro fu “il trampolino di lancio” nel continente, ma anche per la costruzione di una società che ha trovato la propria ricchezza nell'integrazione».

Nell'incontro nel Palazzo presidenziale, che era stato parzialmente distrutto durante il colpo di Stato della giunta militare turca del 15 luglio 1974 e in seguito faticosamente restaurato, Francesco ha voluto spiegare per prima cosa le ragioni per le quali è venuto: «Sono venuto pellegrino in un Paese piccolo per la geografia ma grande per la storia; in un’isola che nei secoli non ha isolato le genti, ma le ha collegate; in una terra il cui confine è il mare; in un luogo che segna la porta orientale dell’Europa e la porta occidentale del Medio Oriente. Siete una porta aperta, un porto che congiunge: Cipro, crocevia di civiltà, porta in sé la vocazione innata all'incontro».

E ha ripetuto che proprio da qui, dove Europa e Oriente si incontrano, è cominciata la prima grande inculturazione del Vangelo nel continente. «E per me – ha ripreso – è emozionante ripercorrere i passi dei grandi missionari delle origini, in particolare dei santi Paolo, Barnaba e Marco. Sottolineando che è voluto venire nel desiderio che «la buona notizia del Vangelo da qui porti all'Europa un lieto messaggio nel segno delle Beatitudini».

Quello che infatti i primi cristiani donarono al mondo «con la forza mite dello Spirito fu un inaudito messaggio di bellezza». Perciò per papa Francesco questo Paese ha un’eredità particolare in tal senso «come messaggero di bellezza tra i continenti». E paragonando Cipro a una perla ferita ha chiesto concreti passi di dialogo per la riunificazione, impegno a disporsi a un confronto che metta al primo posto le esigenze della popolazione e a un coinvolgimento sempre più fattivo della Comunità internazionale anche nella salvaguardia del patrimonio religioso e culturale, «alla restituzione di quanto in tal senso è particolarmente caro alla gente».

A questo proposito ha incoraggiato l’azione del Religious Track of the Cyprus Peace Project, promosso dall'Ambasciata di Svezia, perché tra i capi religiosi si coltivi il dialogo. Il 18 novembre 2019 Francesco aveva ricevuto in udienza il Presidente Anastasiadis. L’incontro era avvenuto alla vigilia della ripresa dei colloqui tra le due comunità dell’isola, quella greco-cipriota, membro della Ue e quella turco-cipriota.

Dal 1974 i tentativi di trovare una riunificazione erano andati a vuoto, ma il presidente cipriota aveva fatto presente al Papa che c’è una volontà delle due comunità di trovare un accordo di pacifica coesistenza, al di fuori delle intromissioni straniere. E se così fosse Cipro potrebbe costituire un segno positivo nel travagliato panorama medio-orientale.

Al termine di quell’incontro il presidente Anastasiadis aveva invitato il Papa a visitare Cipro e Francesco aveva prontamente accolto l’invito rispondendo che il loro prossimo incontro sarebbe avvenuto sull’isola. E così è stato, prima di ritirarsi nella nunziatura a Nicosia, nel complesso del Convento francescano di Holy Cross, di proprietà della Custodia di Terrasanta che comprende l’unica chiesa cattolica latina di Cipro. Un edificio nella cosiddetta “terra di nessuno”, zona controllata dalle Nazioni Unite, lungo la Green line, tra le linee militari greco-cipriote e turco-cipriote.

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