lunedì 24 giugno 2019
Le parole di Francesco sul significato di benedire e sugli antidoti a indifferenza, amarezza e arroganza: "dobbiamo metterci in gioco per sollevare i più fragili in una Roma che soffre di degrado"
Il Papa a Casal Bertone: l'arroganza non ci contagi
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Per la seconda volta il Papa sceglie una periferia per celebrare la Solennità del Corpus Domini con la Messa e la lunga e partecipata processione del Santissimo Sacramento tra le strade del quartiere. Lo scorso anno era la parrocchia di Santa Monica ad Ostia, quest’anno la chiesa di Santa Maria Consolatrice, a Casal Bertone nella periferia Est di Roma.

Una celebrazione, quella di domenica 23 giugno, che diventa segno della presenza di Dio per tutti: bambini ed anziani in prima fila, ma anche per chi la segue dai marciapiedi, dai maxi-schermi o affacciato ai balconi. Non è solo la carezza di Francesco, quarto Pontefice in 75 anni, a raggiungere questo luogo, legato alla storia dei bombardamenti sulla Capitale, durante la Seconda Guerra mondiale, ma il Corpo e Sangue di Cristo, l’amore che l’Eucarestia sprigiona nella città spesso ferita dal degrado e dall’abbandono.

Da Casal Bertone il Papa esorta tutti a mettersi in gioco perché basta poco per aiutare. L'amore "fa grandi cose con le piccole cose" e l'Eucaristia "ce lo insegna", perché "ci trasmette la mentalità di Dio. E ci porta a dare noi stessi agli altri", dice Francesco dal sagrato della parrocchia di Santa Maria della Consolatrice.

Non lasciamoci contagiare dall’arroganza

"Nella nostra città affamata di amore e di cura, che soffre di degrado e abbandono, davanti a tanti anziani soli, a famiglie in difficoltà, a giovani che stentano a guadagnarsi il pane e ad alimentare i sogni", sottolinea il Pontefice, tutti devono mettersi in gioco "contro il 'mi spiace, ma non mi riguarda', contro il 'non ho tempo, non posso, non è affare mio'". "Il Signore ti dice: 'Tu stesso dà loro da mangiare'. E tu puoi rispondere: 'Ho poco, non sono capace'. Non è vero, il tuo poco è tanto agli occhi di Gesù se non lo tieni per te, se lo metti in gioco", aggiunge. "È triste vedere con quanta facilità oggi si maledice, si disprezza, si insulta. Presi da troppa frenesia, non ci si contiene e si sfoga rabbia su tutto e tutti", si rammarica il Papa che precisa come "spesso purtroppo chi grida di più e più forte, chi è più arrabbiato sembra avere ragione e raccogliere consensi.

Imparare a benedire

Il Pontefice invita a "riscoprire due verbi semplici ed essenziali per la vita di ogni giorno: dire e dare" e rimarca più volte il senso della parola "benedire".

"Quando si benedice, non si fa qualcosa per sé, ma per gli altri. Benedire non è dire belle parole, non è usare parole di circostanza; è dire bene, dire con amore", dice Francesco che ricorda che con il Battesimo e alla fine di ogni Messa siamo benedetti "e usciamo per benedire a nostra volta, per essere canali di bene nel mondo". E se ai sacerdoti Bergoglio esorta a non aver "paura a benedire", a tutti richiama a non lasciarsi "contagiare dall'arroganza", non lasciarsi "invadere dall'amarezza". "Il popolo di Dio - precisa - ama la lode, non vive di lamentele; è fatto per le benedizioni, non per le lamentazioni".

L’economia del Vangelo: donare anche il poco

Infine Francesco ricorda "l'economia del Vangelo" che "moltiplica condividendo, nutre distribuendo, non soddisfa la voracità di pochi, ma dà vita al mondo. Non avere, ma dare è il verbo di Gesù" mentre "nel mondo sempre si cerca di aumentare i guadagni, di far lievitare i fatturati".
Papa Francesco, accolto con applausi e gioia a Casal Bertone, è stato il quarto Papa che ha visitato la parrocchia di Santa Maria Consolatrice, prima di lui Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che ne era cardinale titolare. Prima di fare ritorno in Vaticano al Campo Sportivo "Roma 6", adiacente a Casa Serena, struttura di accoglienza per senza fissa dimora dei Missionari della Carità, papa Francesco ha impartito la benedizione.

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