sabato 19 maggio 2012
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I virus e i grandi incendi hanno due cose in comune. Se trascurati, possono diffondersi senza controllo. Se gestiti correttamente, possono essere annientati per sempre. Oggi, la fiamma della poliomielite è vicina all’estinzione, ma scintille in tre Paesi rischiano di far divampare un incendio globale. Ora è il momento di agire. Due eventi di queste settimane, negli Stati Uniti e in Europa, offrono la possibilità di una svolta. In primo luogo, i leader delle maggiori economie mondiali – il G8 – si incontrano Camp David. La settimana prossima i ministri della Salute di tutto il mondo si riuniranno a Ginevra. Insieme, potranno incoraggiare il mantenimento di una grande promessa: liberare l’umanità da una delle malattie più letali e debilitanti al mondo. La guerra mondiale contro la poliomielite, dichiarata circa venticinque anni fa, fu considerata un’impresa ambiziosa, così come la riuscita campagna per eliminare un’altra minaccia alla salute pubblica, il vaiolo. Lentamente ma inesorabilmente, nel corso degli anni, abbiamo fatto progressi verso questo obiettivo. La poliomielite oggi sopravvive solo in tre paesi: Afghanistan, Nigeria e Pakistan. Questa è una buona notizia. La cattiva notizia è che rischiamo di essere vittime del nostro stesso successo. Questo il motivo: il mondo è oggi popolato da una generazione che o non è mai stata esposta alla poliomielite o non è stata adeguatamente vaccinata. Quando il virus colpisce in queste condizioni, l’impatto può essere devastante. Nel 2010, nella Repubblica Democratica del Congo e in altri paesi dell’Africa, abbiamo visto che lo scoppio della malattia ha ucciso metà dei contagiati. Una risposta rapida all’emergenza da parte della comunità internazionale può fermare questa epidemia nascente. Ma quella tragica vicenda rende l’idea delle potenziali conseguenze che si possono avere in caso di mancata eradicazione della poliomielite. Quest’anno meno di un centinaio di persone è rimasto paralizzato da una malattia facilmente prevenibile, quasi tutte nei tre i Paesi citati. Gli epidemiologi dell’Onu hanno avvertito che, tuttavia, se la malattia viene lasciata senza controllo, una nuova epidemia potrebbe invalidare un milione di persone entro il prossimo decennio, soprattutto i bambini, i più vulnerabili tra i vulnerabili. Questa minaccia mi tiene sveglio la notte perché so quanto sia facile da affrontare. Io e mia moglie abbiamo personalmente vaccinato bambini piccoli in Asia e Africa. Recentemente, abbiamo visitato l’India, dove ancora due anni fa risiedeva la metà dei bambini affetti da poliomielite nel mondo. Adesso, grazie ad un’iniziativa concertata, possiamo celebrare il primo anno, nella storia, di un India libera dalla poliomielite. Sforzi simili sono in corso nei tre paesi ancora affetti da poliomielite endemica. Il presidente della Nigeria Goodluck Jonathan, il primo ministro pachistano Yousuf Gilani e il presidente dell’Afghanistan Hamid Karzai hanno personalmente supervisionato le rispettive risposte nazionali al problema. La Nigeria ha impegnato capitali pubblici, e l’eradicazione della poliomielite in tutti e tre i paesi ora dipende fortemente dalle risorse messe a disposizione dai governi. Ma questo di per sé non è sufficiente. Con un’azione decisa, la comunità internazionale può eliminare la poliomielite una volta per tutte. Per fare ciò, tuttavia, è essenziale organizzare ed impegnare le risorse necessarie. Le Nazioni Unite, in collaborazione con Rotary International, sono alla testa della campagna globale. Ma l’Iniziativa Globale per l’Eradicazione della Poliomielite ha a disposizione solo la metà dei due miliardi di dollari che occorrono per procurarsi i vaccini e dispiegare il personale contro gli ultimi baluardi della malattia. Se adeguatamente attrezzati, possono vincere questa ultima battaglia. Se la comunità internazionale riconosce la posta in gioco e raccoglie le risorse necessarie, possiamo vincere la guerra contro la poliomielite, per sempre. Siamo dunque in un momento cruciale. Se investiamo due miliardi di dollari adesso – se possiamo reperire il miliardo di dollari che manca – possiamo risparmiare una cifra stimata a 40 - 50 miliardi di dollari in costi per le cure mediche entro il 2035, senza contare le tante vite e il futuro di tanti giovani che possiamo salvare. Ai vertici citati, faranno seguito altri: la riunione del G20 in Messico, la Conferenza Rio+20 in Brasile e il summit Ue in Belgio. Spero che la poliomielite sia un tema all’ordine del giorno. Faccio appello a tutti i leader, ovunque, perché agiscano adesso a tutela delle generazioni future. Finanziando il Piano d’azione globale per i prossimi due anni possiamo trasformare la minaccia della poliomielite in un ricordo lontano.
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