lunedì 30 luglio 2012
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​Caro direttore,
prescindendo dall’avviso di garanzia, per il quale vale la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva, se si presentasse a lei un cattolico che ha scelto la politica come servizio, e le chiedesse se è meglio avere come esempio La Pira o Formigoni, considerato che entrambi sono riconosciuti come cattolici, quale sarebbe la sua indicazione?
Vittorio Savoia, Cesena
Lei è proprio un bel tipo, caro signor Savoia. Amo le città turrite, ma il gioco della torre non mi ha mai appassionato. Neanche quando lo si rovescia, e non ci sarebbe da buttar giù qualcuno bensì da farlo salire più in alto, fino a proporlo come simbolo e modello. Accetto, tuttavia, la provocazione. Giorgio La Pira o Roberto Formigoni? Stessa fede, passione politica analoga, comune amore per la pace, instancabilmente candido uno e inesorabilmente celeste l’altro, luoghi di vacanze nettamente diversi: indico La Pira. Detto questo, le confido un mio timore: se La Pira fosse vissuto ai giorni nostri – cioè al tempo di certe "intercettazioni a strascico" – le sue telefonate e pressioni a fin di bene rivolte a ministri, politici e grandi manager pubblici – per esempio quelle tese a salvare i posti di lavoro degli operai della fiorentina Pignone – sarebbero forse valse anche a lui un’inscrizione nel registro degli indagati... Poi, inevitabile, sarebbe venuta l’archiviazione. Poi. Ma l’unico processo che il grande giurista e "sindaco santo" La Pira ha avuto e merita è quello ancora in corso: di beatificazione.
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