«Recuperare la meraviglia» Impegno concreto per questo 2020
martedì 7 gennaio 2020

Gentile direttore,
sono un insegnante (matematica, scuola media) in pensione e collaboro in qualcosa nella vita ecclesiale della mia città, sono anche abbonato da decenni ad “Avvenire”. Il mio giovane viceparroco, il giorno di Natale, ci ha detto, giustamente, che ci siamo lasciati «rubare il Natale»; e che bisogna «recuperare la meraviglia»... Ormai, i bambini scartano persino i doni sapendo che cosa c’è (anzi “pretendono” certi doni). Ha fatto anche l’esempio di quel negoziante che ha scritto sulla vetrina: «Chiuso per andare a vedere il tramonto ». E a proposito di tramonto mi sento in piena sintonia, perché durante questi giorni di festa ho fatto delle passeggiate sulle alture dei miei paraggi, posti cari per memorie familiari, osservando splendidi tramonti.

Carlo Cavanenghi Rapallo (Ge)

Grazie per queste rapide riflessioni in amicizia. Le confesso, gentile e caro professor Cavanenghi, che ogni tanto vorrei mettere idealmente alla mia giornata lavorativa un cartello come quello citato dal suo viceparroco: «Chiuso per andare a vedere il tramonto». Perché proprio quella è l’ora che amo di più e alla quale rinuncio quasi ogni giorno a causa del mestiere che faccio e che, a sua volta, amo immensamente. In poche battute lei richiama l’impegno a far spazio nella nostra vita non solo al dovere e al giusto interesse, ma anche alle gratuità e alla bellezza. Alla meraviglia, appunto. È un invito all’equilibrio (e al senso del limite) che può farci e farmi solo bene. Grazie ancora.

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