Quei big in piazza «senza regole» il giusto esempio e un saggio invito
venerdì 5 giugno 2020

Gentile direttore,
leggendo da tempo assiduamente il suo giornale ho maturato una profonda stima per la sua persona e per i suoi collaboratori. Ciò mi spinge a sottoporle con tutta semplicità una mia riflessione relativa alla manifestazione romana del 2 giugno scorso, che ho seguito in televisione. Si sono visti in primissimo piano alcuni politici ancora in carriera e protagonisti in passato di importanti ruoli istituzionali in quanto ex ministri. Costoro non indossavano le mascherine né rispettavano le regole di distanziamento imposte a tutti i cittadini, mentre erano palesemente impegnati a fare numerosi selfie. Ho subito immaginato il meraviglioso esempio che avrebbe potuto essere, per noi telespettatori, vedere sullo schermo, oltre che quei pittoreschi scatti di selfie, innocui ma demagogici, anche l’azione di una eventuale guardia municipale, o poliziotto, o carabiniere, che, nel legittimo esercizio delle sue funzioni e con la dovuta professionalità, avesse preso l’iniziativa – con serietà, misurata eleganza e perentoria gentilezza – di avvicinarsi a questi signori per invitarli a regolarizzare, secondo le norme, la loro “collocazione” sul terreno della piazza e della pubblica via. Sarebbe stata una scena molto educativa per i telespettatori, i quali avrebbero concretamente visto, “in diretta”, che non esistono intoccabili, che l’applicazione delle regole viene richiesta a tutti e che il primo dovere dei rappresentanti dei cittadini, in democrazia, è dare il buon esempio piuttosto che scandalizzare con esibizionismi da star.

Rosalia Fava

Dalle mie parti, e forse anche dalle sue, gentile e cara signora, si dice che “ogni botte dà il vino che ha”. Il 2 giugno, Festa della Repubblica, cioè di noi tutti, i leader del centrodestra hanno deciso di protestare contro il governo. Al posto loro, per quel che vale la mia opinione, l’avrei fatto il giorno prima o il giorno dopo. Ma non è questo il punto su cui lei si concentra, bensì quello della violazione delle precauzioni imposte dalla pandemia che ancora ci assedia. Ho visto anch’io, a Roma, sconcertanti prove di intermittente cautela e di sostanziale noncuranza. E ho visto qualcuno più a disagio di altri in quel porsi a più riprese (è proprio il caso di parlare di “riprese”...) e da “persone importati” al di fuori delle regole di prudenza e di rispetto per gli altri e per sé che lei così bene e così severamente descrive. Ma ho anche visto in altre piazze – penso soprattutto a Milano – capi politici della stessa parte comportarsi – e meno male! – in modo diverso. E soprattutto, a Roma come a Codogno, ho visto il massimo rappresentante della nostra Repubblica, il presidente Mattarella, dare ancora una volta il giusto esempio, con disciplina e onore e partecipazione. Mi è tornato, allora, in mente l’invito che san Paolo racchiude nel versetto 21 nella prima lettera ai cristiani di Tessalonica: «Esaminate tutto, tenete ciò che è buono». È saggezza utile per credenti e non credenti, per i cittadini di qualunque opinione che sanno vedere, riflettere e ricordare.

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