Il linguaggio della Natura che ci affratella
martedì 27 agosto 2019

Da tre giorni un’immagine sta davanti ai nostri occhi, così plastica che sembra vivente: un lupo ulula nella notte. È solo, ha paura, sa che da qualche parte ci sono i suoi fratelli ma non sa dove, alza la testa a 45 gradi e li chiama con un ululato. Passano 15 secondi e i fratelli rispondono, con lo stesso ululato ma in coro. È come se il lupo sperduto avesse chiesto: 'Dove siete?', e il branco di fratelli rispondesse: 'Siamo qui'.

Vedi la scena in Internet, e ti domandi che cos’è la Natura, cosa c’è dentro di lei, sopra di lei, prima di lei, chi la guida, chi l’ha fatta. Sciando col padre per la Val di Zoldo la mia nipotina s’è perduta, cioè ha perso di vista il padre, s’è trovata sola in mezzo alla distesa di neve, le è venuta paura, s’è tirata fuori dalla pista, ha preso dalla tasca il telefonino, che ha una rubrica cortissima, genitori nonni amiche, e ha premuto sul nome del padre. Pochi secondi dopo il padre rispose, anche lui s’era accorto che la figlia s’era staccata e la stava cercando. La chiamata della figlia perduta è come l’ululato del lupo solitario.

La risposta del padre è l’ululato del gruppo che si ferma e aspetta. In Internet e sui giornali l’immagine del lupo appare di fianco, è una foto scattata con la 'trappola', il lupo deve aver messo il piede sul pulsante che aziona la macchina fotografica nascosta. È così che scopriamo cos’è e com’è la Natura al naturale, la Natura spontanea, appena uscita – direbbe Rousseau – dalle mani di chi l’ha fatta. Gli scienziati che studiano l’origine dell’universo cercano di ricostruire il 'brodo' della materia un attimo dopo il Big Bang, con le foto dentro la foresta che immortalano gli animali a loro insaputa noi cerchiamo di capirevedere come sono gli animali quando non ci siamo noi, come sono al naturale, e quindi com’è la Natura senza l’uomo.

Così abbiamo fotografato l’orso M49, appena scappato dal recinto elettrico. Corre in là, trottando veloce come una palla che rotola, e sparisce nel bosco fitto. Il suo istinto è di non incontrarci mai più. Vuole vivere per conto suo. Così abbiamo fotografato l’orsa Dàniza con i suoi due orsacchiotti appena nati, anche lei è di fianco, offre alla telecamera la parte sinistra, i due orsacchiotti invece son voltati verso di noi, ci fissano dritti, stan sotto il collo di lei, e i loro occhietti luccicano. Dev’essere quello che in fotografia si chiama 'effetto occhi rossi', e che scatta quando il lampo del flash non è attenuato. Ero in un albergo del Trentino quando il tg trasmise nella sala da pranzo quella foto di Dàniza con i danizetti, e subito si scatenò un’empatia fra i ragazzini turisti, come se loro, figli degli umani, avvertissero una fratellanza con i figli degli animali.

La Natura ci affratella. Conosco ragazzi che lavorano in un centro che cura e guarisce gli animali feriti. Sono orgogliosi. Li capisco. Il dolore, dice Ernesto Saba, «è eterno, ha una voce e non varia», e questa voce lui la sentiva «gemere in una capra solitaria». Il video con l’ululato dura solo un minuto. Il tempo in cui il lupo sente la risposta. Spero che poco dopo abbia raggiunto il branco, come la mia nipotina ha raggiunto il padre. L’incontro del lupo con i lupi dev’essere festoso, ma non lo vediamo, e mi dispiace.

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