La vera e urgente «legittima difesa»? Quella delle donne vendute e comprate
sabato 6 ottobre 2018

Gentile direttore,
recentemente Parma ha visto l’intervento delle forze dell’ordine per ripulire la città da uno sfruttamento e una immoralità ormai accettati e subiti da tante città italiane, quasi nella indifferenza dei responsabili pubblici. Che cosa è successo? Sono stati chiusi tutti i centri massaggi cinesi in città e provincia, perché è stato accertato uno sfruttamento della prostituzione. Dietro al massaggio si nascondevano prestazioni sessuali di giovanissime costrette a prostituirsi. È stata sgominata una organizzazione cinese capitanata da una donna anziana. Si è conclusa recentemente anche una grande operazione sulla prostituzione nigeriana, vittime anche qui giovani donne schiavizzate da stranieri senza scrupoli. Quante città dovrebbero procedere a questa pulizia e fanno finta di niente? I cittadini seri e responsabili dovrebbero intervenire con le autorità locali per denunciare questo fenomeno dilagante. Credo che Satana sia scatenato, ma trova l’indifferenza di molti e quindi può agire indisturbato come un «leone ruggente... alla ricerca di chi divorare... ». Vorrei ringraziare la magistratura locale che è intervenuta con prontezza e solidità.
Giuseppe Benassi, Parma


Condivido la sua soddisfazione e la sua gratitudine, gentile signor Benassi. Perché giusta e benedetta è ogni azione di giustizia volta a liberare le donne vittime della tratta e dell’infame mercato della prostituzione. Lei parla con dura riprovazione di «schiavizzate da stranieri senza scrupoli». È una verità violenta e davvero maligna, ma – come lei sa quanto me –’ non è tutta la verità. Perché colpevoli sono certamente coloro che vendono e schiavizzano, ma altrettanto colpevoli sono coloro che comprano il corpo e mortificano la libertà delle donne (e di ogni altra persona) sbattuta sulle nostre strade oppure indotta o costretta a farsi “usare” dietro una qualche facciata “rispettabile” come nel caso, da lei citato, di certi centri massaggi. Non ho esitazioni nel dire che la «grande immoralità» non è la nuda e spesso triste volgarità dell’adescamento, ma la vasta complicità nell’umiliazione della dignità delle donne (e di ogni altro essere umano) ridotte (e ridotti) a cosa, a merce, a oggetto sessuale.
Non dobbiamo dimenticarlo mai: i cittadini oltre a smettere l’indifferenza davanti al male, trovando la forza morale e il senso civico per denunciarlo, devono smettere di incentivarlo con i propri comportamenti, devono insomma smettere di farsi “clienti”. È questo che può fare per davvero più «pulite» le nostre città. Don Oreste Benzi ce lo ha ripetuto in modo accorato, con la speciale eloquenza delle parole unite ai fatti di carità e di libertà. E grazie a Dio altri e altre continuano il suo lungo e generoso impegno per strappare le vittime della prostituzione agli aguzzini. Che sono – insisto – sia gli infami organizzatori e sfruttatori del commercio, sia tutti quelli che cinicamente (o anche solo spensieratamente) ne approfittano.

L’unica, urgente, nuova «legittima difesa» da realizzare per un’autentica sicurezza dei luoghi dove viviamo è contro tutto questo... Non la moltiplicazione delle armi, ma la fine delle sopraffazioni legittimate sprezzantemente come «il mestiere più antico del mondo». La prostituzione non è un mestiere e non è il più antico, è pura violenza che nessuna resa morale delle stesse vittime riesce a legittimare. Farla finire o almeno ridurla ai minimi termini non è tra le priorità del Governo gialloverde? Lo diventi, finalmente. Si ascolti la voce di chi soccorre schiave (e schiavi). Si dia più forza alle battaglie di sindaci, magistrati, uomini e donne delle forze dell’ordine lucidi e coraggiosi. Si sfidi l’intorpidimento delle intelligenze e dei cuori e l’egoismo feroce delle compravendite umane. Altro che premeditare la riapertura delle case chiuse...

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI