Le colpe degli «scafisti», le nostre contraddizioni
sabato 4 giugno 2016

​Gentile direttore, i migranti scappano dalla fame e dalle guerre, quindi li dobbiamo accogliere e fin qui tutto regolare. Però contemporaneamente si incita la caccia agli scafisti che, poi in ultima analisi, sono i soli che consentono ai migranti di arrivare a noi, visto che non esistono corridoi umanitari. Non è una grandissima contraddizione e un atteggiamento schizofrenico?

Pietro Balugani

Certo che lo è, gentile signor Balugani: una grande e inevitabile contraddizione, necessaria fino a quando i «corridoi umanitari» per chi è costretto ad andarsene dalla propria casa e dalla propria terra non diventeranno regolare e ben regolata realtà. Darci e dare ai profughi questi strumenti dipende da noi e da nessun altro, dunque non abbiamo scuse. E meno di tutti ne hanno i politici che parlano e straparlano contro il traffico di essere umani, e però nulla fanno e magari invocano pure espulsioni di massa per i richiedenti asilo. Ma è chiaro che neanche gli scafisti e, soprattutto, i loro mandanti hanno ragioni o scuse. I loro cinici commerci, le violenze e le sopraffazioni che compiono li pongono al livello dei peggiori sfruttatori: fanno affari sulla pelle dei più poveri e dei disperati. Marco Tarquinio
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