Lettera a Putin: «Io russa e figlia di un eroe dico: Ucraina libera»
mercoledì 25 maggio 2022

Caro direttore,

condivido con lei e con i lettori di “Avvenire” la lettera che ho inviato al Presidente della Federazione Russa. «Signor presidente Vladimir Putin, sono una mamma e nonna russa di 84 anni. Sono nata a Mosca alla vigilia della Seconda guerra mondiale che ho vissuto tutta intera fino al 1945. Ho trascorso la mia infanzia in Siberia, in condizioni tremende, a volte con una temperatura di 40 gradi sotto zero e circondata da lupi feroci e affamati. Grazie alla mia eroica mamma sono sopravvissuta ai lupi e alla guerra, nella quale hanno perso la vita 40 milioni di persone. Mio padre, rimasto orfano durante la Prima guerra mondiale, è stato un eroe nazionale della Seconda e ha difeso Mosca con le pompe ad acqua, perché non c’erano più fucili. Ora, dopo un periodo di Pace, in Europa e in Russia è calato ferocemente il buio. Non c’è tempo da perdere, signor Putin. Io chiedo a lei di fermare questa guerra! Adesso, subito. Lei può. La fermi in nome del mio eroico papà e in nome di tutto il popolo russo che lei governa. Non solo, lo chiedo anche in nome dei nostri fratelli ucraini, in nome della nostra comune civiltà slava, in nome della comune umanità e in nome di Cristo, che ai cristiani chiede di essere il sale della terra e la luce del mondo. Lei ha detto che gli ucraini sono i nostri fratelli. Ma allora perché li uccide? L’Ucraina è un Paese libero e indipendente con una storia millenaria più antica di quella di Mosca. La capitale Kiev è un centro mondiale di storia, cultura, arte e bellezza, chiamata anche la Gerusalemme slava. Il mondo intero grida contro questa guerra, un orrore di questo terzo millennio cristiano. Lei ha detto che il peggio deve ancora venire. Perché questa minaccia? Lei, signor Vladimir Putin, ha dimenticato che siamo tutti viandanti e pellegrini su questa terra, ospiti su questo pianeta. Nasciamo, viviamo, lavoriamo, amiamo e moriamo. Lei non è un’eccezione! Il filosofo francese Pascal ha scritto: «A chi ama le tenebre Dio manda ancora più tenebre, a chi ama la luce Dio manda ancora più luce». Lei ha forse scelto di vivere nelle tenebre? Andiamo verso la luce e non sfidiamo la potenza di Dio. Un’ultima parola, signor Presidente Vladimir Putin: prenda in braccio qualsiasi bambino del mondo, lo guardi negli occhi, gli chieda se vuole la fame o succhiare in Pace il latte materno. La risposta di qualsiasi bambino del mondo sarà la stessa. Pace e bene per il mondo intero. Libertà per l’Ucraina.

Natalja Codevilla

Grazie, gentile e cara signora Natalja, la sua lettera al presidente Putin è semplicemente emozionante. Le sono infinitamente grato per averla condivisa con me e con tutti i nostri lettori e le nostre lettrici. Spero che la leggano in tanti, e soprattutto coloro che non hanno esitato a “mostrificare” i russi in blocco dopo la decisione del Cremlino di aprire una nuova e terribile fase nella guerra d’Ucraina, dando il via tre mesi fa all’invasione militare che, con i suoi orrori e le distruzioni che sta provocando, ha sconvolto quel Paese e l’Europa intera, generando gravi conseguenze in tutto il mondo e mettendo la stessa Russia in una condizione assai critica. Saluto con cordialità lei e suo marito, Giovanni Codevilla, insigne giurista e grande studioso della realtà russa e di tutta l’Europa orientale.

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