Domani, domenica 30 maggio, ricorrerà per il ventesimo anno la Giornata nazionale del Sollievo, istituita nel 2001 con direttiva del presidente del Consiglio per «promuovere e testimoniare, attraverso idonea informazione e tramite iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale in favore di tutti coloro che stanno ultimando il loro percorso vitale, non potendo giovarsi di cure destinate alla guarigione».
La Giornata è promossa dal Ministero della Salute, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e dalla Fondazione Gigi Ghirotti, Onlus impegnata sin dal 1975 per una cura più umana e rispettosa dei bisogni delle persone malate di tumore e dei loro familiari. La Giornata si avvale anche del sostegno dell’Ufficio per la Pastorale della salute della Cei.
Obiettivo cardine di questa ricorrenza è diffondere la 'cultura del sollievo', ossia far conoscere, testimoniare e diffondere il messaggio che il dolore si può vincere o comunque dominare, e ricordare che è possibile sempre raggiungere il sollievo anche quando non è più possibile guarire da una patologia in fase avanzata o terminale. Nel corso degli anni l’obiettivo della Giornata si è esteso, abbracciando anche altre condizioni esistenziali oltre alla fase terminale di malattia. Il sollievo è possibile in ogni condizione in cui il dolore e la sofferenza sembrano avere dominio su tutte le dimensioni della persona: il corpo, la mente, lo spirito, la società. Oggi grazie ai progressi della medicina, forse per la prima volta nella storia dell’umanità, possiamo controllare il dolore e raggiungere il sollievo nella stragrande maggioranza dei casi.
Da undici anni è in vigore una legge fondamentale (n.38/2010) che sancisce il diritto per ogni cittadino di ricevere cure palliative e terapia del dolore. La Giornata del Sollievo coinvolge tutti. «La vicinanza' – scrive papa Francesco nel Messaggio per la XXIX Giornata Mondiale del Malato – è un balsamo prezioso, che dà sostegno e consolazione a chi soffre nella malattia. [...] Viviamo questa vicinanza, oltre che personalmente, in forma comunitaria, [...] una comunità capace di guarigione, che non abbandona nessuno, che include e accoglie soprattutto i più fragili ».
La vicinanza fisica alla persona malata e sofferente è stata impedita o significativamente contenuta dalle misure emergenziali per contrastare la diffusione del virus Sars-CoV-2.
Ciò non significa che non si possa essere comunque vicini, prossimi, presenti in modo diverso, forse più creativo, avvalendosi anche di tecnologie per la comunicazione a distanza audio-videomessaggistica. I sondaggi indicano che i due bisogni più frequenti tra le persone ricoverate siano 'sentire meno dolore' e 'avere accanto le persone care'. Il giornalista Gigi Ghirotti, al cui nome è intitolata la Fondazione co-promotrice della Giornata, raccontando il suo viaggio «nel tunnel della malattia», malato di tumore tra i malati ricoverati in ospedale, si accorse di quanto fosse importante la vicinanza affettuosa ed empatica per provar sollievo e scrisse: «Quel che importa, sia durante la vita, sia di fronte alla morte, è non sentirsi abbandonati e soli».
Quindi, domani si celebra non una Giornata 'contro' il dolore, ma una visione più globale della persona umana che il concetto 'sollievo' esalta. Sollievo non significa solo affrancamento dal dolore fisico o da altri sintomi, significa anche rispetto e centralità della persona. «Ogni intervento diagnostico, preventivo, terapeutico, di ricerca, cura e riabilitazione – scrive ancora il Papa in un suo messaggio rivolto agli operatori sanitari – è rivolto alla persona malata, dove il sostantivo 'persona', viene sempre prima dell’aggettivo 'malata' e l’agire costantemente proteso alla dignità e alla vita della persona, senza alcun cedimento ad atti di natura eutanasica, di suicidio assistito o soppressione della vita, nemmeno quando lo stato della malattia è irreversibile»'.
Il sollievo è quindi un’esperienza che coinvolge le molteplici dimensioni della persona umana e parimenti molteplici le modalità per celebrarlo. Sono centinaia le manifestazioni che si svolgeranno domani in Italia, promossi da enti pubblici sanitari o da enti non profit, d’intesa con scuole, centri diocesani, parrocchie. Grande la partecipazione dei volontari. Con il loro impegno, generosità e testimonianza della «spiritualità del Buon Samaritano » (Francesco, 2020), anche quest’anno saranno il cuore pulsante della Giornata e 'portatori' di sollievo come acqua dissetante per chi sta attraversando il deserto della desolazione e della sofferenza.
Presidente Fondazione Ghirotti e direttore di Tv2000