sabato 16 gennaio 2016
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​Gentile direttore,vorrei far risaltare la poesia di Guido Oldani: “2015: Natale” apparsa su “Avvenire”. L’ho letta alla Messa vespertina proprio il giorno di Natale agli ospiti ristretti nella casa circondariale di Lodi . Si respirava un po’ di tensione all’inizio della celebrazione per qualche problema logistico che, secondo alcuni, faceva sembrare quel giorno come tutti gli altri quanto a menù e ora d’aria... Alla fine per il mitico “Tu scendi dalle stelle” e – appunto – la poesia di Oldani il clima è progressivamente migliorato, grazie al dibattito che s’è pure sviluppato data la bellezza “provocatoria” del testo che avevo predisposto in più copie. Grazie per tutte le volte che ci dona queste voci “fuori dal coro”.don Luigi Gatti, cappellano
Caro direttore,la poesia di Oldani pubblicata su “Avvenire” del 24 dicembre 2015 è bellissima ed esprime una religiosità autentica, anticonformista e “dal basso”. Grazie.Franco Dionesalvi
Signor direttore,ho letto la poesia “Natale 2015” in seconda pagina del giornale del 24 dicembre e devo dirle che francamente non avevo ancora realizzato che l’incarnazione della seconda Persona della Ss. Trinità fosse un «bastardino» (sia pure il più bello), figlio di un «dio» (minuscolo e minore) e di una «ragazzina» qualunque. Grazie per il suggerimento, degno del quotidiano dei vescovi italiani più «à la page». Complimenti!Lindo Caprino
Ripubblico la poesia di Guido Oldani che alla vigilia di Natale è apparsa in questa pagina: «sotto un cielo che è come di vernice / c’è il più bel bastardino visto al mondo / figlio di dio e d’una ragazzina. / il ventre di maria che fa il bambino / non ha chiesto permesso alla questura, / occupano abusivi quelle mura. / è notte, si riscaldano col freddo / gli angeli allegri fanno un gran baccano, / vengono dalla mensa dei barboni / o dalle celle, stelle di galera. / lui ama tutto ma non vuole nulla / e proprio per amore che è ribelle / ma c’è chi ha in mente gli farò la pelle». Non sempre, cari amici lettori, i poeti sono capiti. Non sempre la bellezza e la profondità “provocatorie” vengono colte e qualche volta vengono proprio equivocate, addirittura intese capovolte. Per come conosco Oldani credo che abbia messo in conto comprensione e incomprensione, e io con lui. Anche perché nessuna vera poesia si legge una volta sola e per sempre… Sono grato a tutti coloro che, comunque, si sono fatti toccare anche da queste parole accorse intorno alla Parola che s’è fatta carne. Che continui ad accadere.
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