Caro direttore,la poesia di Oldani pubblicata su “Avvenire” del 24 dicembre 2015 è bellissima ed esprime una religiosità autentica, anticonformista e “dal basso”. Grazie.Franco Dionesalvi
Signor direttore,ho letto la poesia “Natale 2015” in seconda pagina del giornale del 24 dicembre e devo dirle che francamente non avevo ancora realizzato che l’incarnazione della seconda Persona della Ss. Trinità fosse un «bastardino» (sia pure il più bello), figlio di un «dio» (minuscolo e minore) e di una «ragazzina» qualunque. Grazie per il suggerimento, degno del quotidiano dei vescovi italiani più «à la page». Complimenti!Lindo Caprino
Ripubblico la poesia di Guido Oldani che alla vigilia di Natale è apparsa in questa pagina: «sotto un cielo che è come di vernice / c’è il più bel bastardino visto al mondo / figlio di dio e d’una ragazzina. / il ventre di maria che fa il bambino / non ha chiesto permesso alla questura, / occupano abusivi quelle mura. / è notte, si riscaldano col freddo / gli angeli allegri fanno un gran baccano, / vengono dalla mensa dei barboni / o dalle celle, stelle di galera. / lui ama tutto ma non vuole nulla / e proprio per amore che è ribelle / ma c’è chi ha in mente gli farò la pelle». Non sempre, cari amici lettori, i poeti sono capiti. Non sempre la bellezza e la profondità “provocatorie” vengono colte e qualche volta vengono proprio equivocate, addirittura intese capovolte. Per come conosco Oldani credo che abbia messo in conto comprensione e incomprensione, e io con lui. Anche perché nessuna vera poesia si legge una volta sola e per sempre… Sono grato a tutti coloro che, comunque, si sono fatti toccare anche da queste parole accorse intorno alla Parola che s’è fatta carne. Che continui ad accadere.