venerdì 8 gennaio 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
LA LEGGENDA DEL CARRUBO Il re Erode manna ’nu bannu contre ’e criature sotto ai due anni saranno accisi sti figli di mamma dalli suldati mezzo alli fiamme Curri Maria non dubitane proteggilo non aspettare scappa Maria senza paura quant’è bella la tua creatura E se non sai chi te po’ salvà annascunn’lo pe’ carità fuj fuj fuj pe’ la campagna un angelo t’accompagna ’Na guardia co ’na brutta faccia te vo’ levà lu figlio da li vraccia scappa Maria senza paura quant’è bella la tua creatura E tutto attorno non trovi riparo cielo coperto tempo amaro la notte corre non la sai fermare il tuo Bambino non puoi salvare Quando Maria persa se vedette 'Aiuto! Aiuto! 'chiamatte 'Alberi grotte animali nascondete Gesù Bambino!' All’antrasatta n’ albero si aprì e la mamma con il figlio nascose un carrubo dai frutti scuri li ha coperti con le sue foglie Gesù Bambino si è salvato e con la manina lo ha accarezzato Carrubo ti benedico perché mi hai riparato Ripàrati Maria che le guardie sono andate via Carrubo che ti apristi la mano hai dato a Gesù Cristi.Questo canto nasce da un’antica leggenda popolare diffusa in alcune aree dell’Appennino meridionale secondo cui durante la fuga in Egitto la Madonna riuscì a salvare Gesù Bambino dalle guardie del re Erode nascondendosi dentro un grande albero di carrubo. In questa narrazione, Gesù Bambino per ringraziare del dono ricevuto benedisse l’albero facendolo diventare di grandi dimensioni e ricco di frutti. Ancora assai diffuso in Italia meridionale e in Sicilia in particolare, il carrubo è una pianta sempreverde, molto longeva, che può raggiungere centinaia di anni e che possiede una grande taglia: riesce infatti a raggiungere i 10-12 metri d’altezza, mentre il diametro della chioma spesso supera i 10 metri. I frutti della pianta compaiono in primavera e giungono alla piena maturazione nel periodo di agosto-settembre. Le parti più importanti del frutto del carrubo sono la polpa ed i semi che da secoli sono stati ampiamente utilizzati a sostegno dell’economia rurale della civiltà contadina meridionale. Nel repertorio della ChiaraStella questo canto è interpretato dalla bella voce di Anna Rita Colaianni.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: