domenica 2 gennaio 2011
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Caro direttore,voglio segnalare il semplice e nobile gesto di un romeno che si chiama Giovanni, come me. Poco dopo il mezzogiorno del 31 dicembre 2010, l’ho incontrato per strada nei pressi di casa mia. Ho visto un uomo sui 40 anni che cercava «il numero 4 bis». Mi ha chiesto informazioni e io gli ho spiegato che quel numero non esisteva. E gli ho domandato: «Ma chi cerca?». La faccio breve: ho scoperto che era in cerca di una mia inquilina, che aveva perso il portafoglio con i documenti. L’ho portato dal padre di questa ragazza, e lui gli consegnato il portafoglio, dicendo e ripetendo di non volere alcuna ricompensa. Ma io credo che se la meriti davvero.

Giovanni Bianchi, Torino

Certo che Giovanni merita davvero una "ricompensa", caro signor Bianchi (e questa sua pubblica attestazione lo è). Ma soprattutto meritiamo tutti di ritrovare la pulizia e la normalità di gesti come quello compiuto da un passante che trova qualcosa di prezioso, ha indizi utili per risalire al proprietario e si mette in cerca, deciso a riportare ciò che ha trovato a chi l’ha perduto. Meritiamo tutti di ricordare che si fa così, semplicemente perché è così che è giusto fare. Gesti come questo sono parte di un’idea di civiltà che voi due – Giovanni l’italiano e Giovanni il romeno – condividete profondamente. E io con voi. È un’idea che fa vivere bene insieme e che è frutto non solo del rispetto umano, ma soprattutto di quel "di più" che amo definire il disinteressato interesse per ogni altro (chiunque sia e ovunque sia nato). È un’idea civile e cristiana che ci appartiene nel profondo, e che non possiamo lasciar andare persa. Il suo, e nostro, amico venuto dalla Romania ci ha aiutato a ricordarlo, andando in cerca del «4 bis» in una via di Torino. Teniamoci caro il gesto e il pensiero mentre ci mettiamo sulla strada del nuovo anno.
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