venerdì 4 luglio 2014
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Giustamente gli operatori del porto di Gioia Tauro hanno brindato nella serata di mercoledì dopo il completamento del delicatissimo trasbordo delle armi chimiche siriane. Bravi davvero, efficienza e grande professionalità. Tutto è filato liscio e rapidamente, come se ad essere scaricati fossero container di banane o caffè e non container con 600 tonnellate di iprite e sarin. Malgrado gufi e corvi del malaugurio. Malgrado i soliti del «non funzionerà...». Invece, «l’Italia ha dato il meglio di sé. Le eccellenze sono al sud come al nord», ha commentato il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti. La Calabria ha dato il meglio di sé, quello che non va quasi mai sui media. Ma... «Siamo stati responsabili e abbiamo dato tutta la nostra collaborazione, ora tocca al governo esserlo verso questa terra», è stato l’appello di Domenico Madafferi, sindaco di San Ferdinando, nel cui territorio si trova il 60% del porto. Ci vuole più attenzione verso questa bella e difficile terra. Ma con efficienza, la stessa dimostrata dai bravi operatori del porto. Altrimenti... I guasti di storie recenti sono proprio lì a pochi metri, si sa. Nell’area di sviluppo industriale, subito alle spalle del porto, tra il 1996 e il 2000 arrivarono da Roma e dalla Ue ben 1.870 miliardi delle vecchie lire per finanziare 87 nuove aziende, non poche del nord. Cosa resta? Settanta capannoni vuoti e quattro aziende in attività. Una, proprio davanti alla banchina dove hanno attraccato la «Cape Ray» e la «Ark Futura», è sorvegliata giorno e notte dai militari dell’operazione "strade sicure". Fucili d’assalto in braccio, proteggono l’azienda Global Repair dall’aprile 2013 quando venne colpita da decine di colpi di kalashnikov. Il titolare è Nino De Masi, imprenditore onesto e pulito, ma anche molto bravo, sempre al fianco delle iniziative positive sul fronte della legalità e del riscatto. Fallimenti e ’ndrangheta, no non può essere questo il destino della Calabria. Lo dimostrano i bravi operatori del porto di Gioia Tauro. Lo dimostra un imprenditore come De Masi che avverte i colleghi di Confindustria: «Se non si punta a legalità e lotta alla ’ndrangheta, non succederà mai nulla». Professionalità, efficienza e legalità. Questo vuole la Calabria dopo i giorni della responsabilità e dell’orgoglio a Gioia Tauro.
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