venerdì 7 febbraio 2014
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Sembra ieri, invece era il 13 dicembre. Sono passati due mesi scarsi, ma tanto è bastato per mettere a repentaglio, se non a cancellare definitivamente, il "bonus libri" che, tra annunci ufficiali e tweet molto più che ufficiosi, era stato presentato come una delle novità più significative per i contribuenti all’interno del decreto Destinazione Italia. Meccanismo semplice, ma incoraggiante: tu compri libri e, fino a un massimo di duemila euro all’anno, puoi detrarre il 19% della spesa dalla dichiarazione dei redditi. Bene, bravi. Perfino gli incontentabili dell’Unione Europea si erano proclamati soddisfatti. E i lettori - in particolare i cosiddetti "lettori forti", quelli che sanno quanto valgono duemila euro di libri - apparivano commossi, inteneriti, quasi increduli.Adesso il decreto arriva in Parlamento e quel "quasi" si rivela superfluo. Nel testo in discussione, infatti, il "bonus libri" è stato modificato in "bonus librai", secondo un’efficace sintesi che circola in rete. A beneficiarne non sono più i lettori, ma gli esercizi commerciali (le librerie, appunto) che potranno detrarre il 19% sui testi scolastici e universitari, purché acquistati mediante un voucher destinato alle famiglie con reddito basso. Complicato? Complicatissimo, a sentire i librai, perché lo sconto viene anticipato subito e riassorbito solo a distanza di tempo, con il meccanismo delle detrazioni.Non è una questione meramente tecnica. L’annuncio del "bonus libri" andava nella direzione di una ritrovata dignità della cultura e nel clima turbolento di dicembre (i Forconi scatenati, ricordate?) aveva assunto una valenza politica, qualcosa di simile alla lotta del sapere contro la barbarie. Bene, bravi e anche bis. Peccato che manchi la copertura finanziaria. E che lo si scopra solo ora. I lettori forti, che tra una pagina e l’altra qualcosa del mondo finiscono per capirlo, sono abbastanza perplessi. Che non sarebbe stato facile se l’erano immaginati, infatti. Erano un po’ scettici, ma da qui a sentirsi dire che non c’è più niente da fare, è stato bello sognare... A meno che, con uno scatto d’orgoglio, non si faccia ancora in tempo a mantenere la promessa.
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