sabato 17 marzo 2012
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Caro direttore,
sogno un mondo dove non si debba esser considerati retrogradi se si è contrari all’estrazione delle cellule staminali dagli embrioni. Sogno un mondo dove l’aborto non sia considerato un progresso civile ma un triste decadimento del senso della vita.
Sogno, però, anche, un mondo dove non si debba esser considerati "contro la vita" se vogliamo avere la possibilità di scelta di fronte a metodi invasivi che prolungano la vita artificialmente. Sogno un mondo dove gli omosessuali non siano perseguitati e siano accettati, ma non pretendano di sposarsi, come se la loro fosse una famiglia, né di adottare dei figli. Soprattutto sogno un mondo dove gli imprenditori rinuncino a una parte del loro profitto per non opprimere e sfruttare all’osso i loro operai (l’utopia più difficile da realizzare). Sogno un mondo che probabilmente non si realizzerà mai, ma che sarebbe l’unico possibile e decente in cui vivere.
Nicoletta Nomellini
 
Non disperare, mai perdere di vista i valori essenziali, mai smettere di sognare... Credo infatti che i suoi sogni, cara signora Nomellini, trovino saldo e concreto riferimento nella sapienza divina e umana custodita, tramandata e testimoniata dalla Chiesa. So bene che dietro e dentro alcune delle espressioni che lei ha scelto si possono annidare polemiche e forzature, ma per chi conosce il Vangelo di Gesù Cristo e sa far tesoro del magistero dei Papi non ci sono retropensieri possibili, né equivoci.
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