È assurdo lo spreco di acqua potabile: imboccare subito le vie del risparmio
venerdì 1 luglio 2022

Gentile direttore,

prendo spunto dall’articolo di Ferdinando Camon (“Avvenire” del 30 giugno 2022) in merito al “presunto” spreco di acqua per lo sciacquone del Wc, per qualche considerazione. Da qualche anno le cassette per il Wc hanno un doppio pulsante e quindi si può risparmiare almeno metà acqua salvaguardando igiene, odore e decoro della casa (oltre che possibili liti familiari). Da più di 40 anni lavoro nel settore delle costruzioni e ricordo che già a fine anni 70, dunque più di quattro decenni fa, si parlava in cantiere di doppio impianto di adduzione dell’acqua, uno per l’acqua potabile a uso alimentare e igienico, l’altro per gli altri usi quali Wc, lavaggio cortili e automobili, innaffiamento orti e giardini, ecc. Non mi risulta che sia mai stato fatto nulla in merito. In un recentissimo servizio di un tg si documentava la situazione in Israele con impianti di desalinizzazione e potabilizzazione dell’acqua marina che coprono il 90% dei consumi nazionali. Da noi basterebbe destinare l’acqua potabile agli usi strettamente necessari, utilizzando poi acqua non trattata per gli altri usi. In tutte le opere previste dall’ormai mitico Pnrr si parla di sistemazione idraulica, ma resto dubbioso sull’effettiva capacità di intervento del nostro sistema pubblico. Ringrazio per l’attenzione, aggiungo i complimenti per l’ottimo giornale “nostro” e saluto cordialmente.

Carlo Maria Perego

Gorgonzola (Mi)

Speravo davvero che suscitasse reazioni il “provocatorio” commento con cui Ferdinando Camon è tornato su una proposta di Fulco Pratesi che, più e più volte, ha fatto discutere animatamente. E sono contento che lei, gentile amico, ci abbia ragionato su a partire dalla sua esperienza ricordando soluzioni “tecniche” (e anche di buon senso) per utilizzare al meglio l’acqua di cui disponiamo e che sarebbe saggio adottare per anticipare la soluzione di problemi di approvvigionamento idrico destinati a farsi sempre più seri e gravi anche in un Paese come il nostro benedetto da una straordinaria ricchezza di “chiare, fresche et dolci acque”.

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