Agire per Manuel oltre l’assurdo
mercoledì 13 febbraio 2019

Un campione, la follia d’uno sparo, la speranza La cronaca del nuotatore veneto colpito da un proiettile di pistola al midollo spinale e rimasto paralizzato, è tutta piena di 'male', un piccolo spiraglio di bene resta aperto soltanto per il futuro, ed è per questo spiraglio che ne parliamo qui. Perché spalanca speranze finora inaudite. Si aprirebbe una nuova era per la medicina. Manuel Bortuzzo ha vent’anni, ed era una grande promessa del nuoto olimpico. Migliorava i suoi tempi di gara in gara. Ci si aspettava da lui qualche primato mondiale, era soltanto questione di tempo.

La sua carriera, la sua vita di uomo sano e attivo, è stata fermata da un colpo di pistola assurdo, sparato da due che passavano su un motorino, mentre lui armeggiava a un distributore di sigarette per trarne fuori un pacchetto. Esiste un video della scena. Purtroppo l’ho visto, e non mi uscirà più dal cervello. Lui e la sua ragazza sono davanti al distributore, il motorino gli passa alle spalle, dal motorino lo chiamano, lui si gira e cade in un modo stranissimo, ed è in questa stranezza che sta la tragicità del fatto: cade come se le gambe si polverizzassero. Si affloscia in verticale. Il colpo di pistola gli ha tagliato il midollo spinale, e quindi ha interrotto i collegamenti tra il cervello e gli arti. Chi gli ha fatto questo? Perché l’ha fatto? Adesso che l’han preso, cerca di giustificarsi dicendo: «Volevamo farlo a un altro».

Ma che giustificazione è questa? Se spezzi la spina dorsale a un altro, non è più un male? Diventa giustificabile? Puoi andare in giro di notte in motorino con la pistola carica e sparare a uno che non conosci perché può darsi che ti faccia concorrenza nello spaccio di droga? Jonesco camminava per Parigi quando uno sconosciuto gli si buttò addosso con un coltello.

Finì all’ospedale. Guarito, andò a trovare il suo mancato assassino e gli chiese: «Perché?». E quello rispose: «Non lo so». Da lì nacque il 'teatro dell’assurdo', in cui la vita è una sequenza di atti scollegati e inspiegabili. Ecco, Manuel Bortuzzo, mio conterraneo, ti è capitato uno di questi atti, che potrebbe sviare per sempre la tua vita, costringendoti su una sedia a rotelle e impedendoti di fare il campione di nuoto. «Non è la fine della vita, è una nuova vita, una rinascita», gli scriveva ieri da un giornale una campionessa paraplegica di sci e ciclismo, Francesca Porcellato. Una rinascita. Coloro che subiscono una grave disgrazia ma si riprendono nascono due volte. 'Nati due volte' è un romanzo (in realtà un diario) di Giuseppe Pontiggia, secondo me il suo capolavoro.

Da rileggere sempre. Pontiggia scrive per il figlio, danneggiato alla nascita dal forcipe. Il compito della sua vita è mettersi al livello del figlio, rinascere con lui. La scienza, per Manuel Bortuzzo, lavora a un’altra soluzione. Nel Veneto, non lontano da dove sta Manuel, a Motta di Livenza, c’è un Centro Studi sul midollo spinale, che è un centro di eccellenza nazionale. Il governatore del Veneto lavora per un collegamento di questo centro di eccellenza nazionale con il centro di eccellenza mondiale, che è il Craig Hospital di Denver in Colorado. Nell’ipotesi, remota ma non assurda, che i due centri, unendo i loro saperi, possano sanare la frattura del midollo e collegare i due tronconi. Siamo fermi in quest’attesa. E tremiamo. Da un grande male nascerebbe un più grande bene.

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