Nel Varesotto ospitato un raduno di neonazisti
di Redazione
L'incontro internazionale è avvenuto a metà novembre. La notizia è stata rivelata da un sito tedesco e ha suscitato molte polemiche a Lonate Pozzolo
"Qualche settimana fa, a metà novembre 2025, si è svolto in Italia il concerto rock di estrema destra "Hammerfest", con circa 500 partecipanti. Quando si è esibita la band tedesca "Spreegeschwader", le grida di "Sieg Heil" hanno echeggiato più volte per tutta la notte". E' un passaggio del reportage della piattaforma antifascista tedesca exif-recherche.org, che ha dato notizia del ritrovo organizzato nel Varesotto, a Lonate Pozzolo, dall'organizzazione internazionale di estrema destra, con legami espliciti con l'ideologia nazista.
Secondo il sito, "nel pomeriggio del concerto, si è tenuta una riunione segreta degli Hammerskin con la partecipazione internazionale. Con quasi 30 membri provenienti da varie sezioni, la rete tedesca degli Hammerskin ha rappresentato quasi la metà di questa riunione. Anche il capo degli Hammerskin europei, Malte Redeker, ha partecipato all'incontro. Oltre ai membri italiani della confraternita, si sono recati in Italia Hammerskin provenienti da Spagna, Francia, Paesi Bassi, Russia, Stati Uniti, Svezia, Finlandia e Svizzera". La notizia è stata ripresa dal Corriere del Ticino e ha subito suscitato polemiche nel paese che ha ospitato il raduno. Dalle foto, infatti, è stata riconosciuta la sede della pro Loco come location del concerto neonazista
Sul caso è intervenuta l'ex sindaca di Lonate Pozzolo Nadia Rosa: "Trovo insultante che 500 neonazi da tutta Europa si siano radunati, trovando ospitalità a Lonate Pozzolo nella tensostruttura del Cerello, come si vede chiaramente nell'immagine tratta dal sito exif-recherche.org. Razzismo, omofobia, antisemitismo, suprematismo bianco non devono trovare cittadinanza nel mondo, e tanto meno nella tensostruttura della Pro Loco di Lonate Pozzolo! È inaudito!". Per quanto successo, ha dato le dimissioni dal Consiglio Direttivo della Pro Loco Melissa Derisi, spiegando di esserne "venuta a conoscenza non attraverso comunicazioni interne, ma dai social e dalla stampa, tramite notizie apparse sul Corriere del Ticino, corredate da immagini fotografiche inequivocabili".
"La concessione di uno spazio pubblico o associativo a gruppi che si richiamano apertamente a ideologie neonaziste rappresenta un fatto gravissimo, che offende la memoria storica, i valori democratici e il senso stesso di comunità. Ancora più preoccupante è il fatto che il Consiglio Direttivo non fosse stato informato dell'evento, a dimostrazione di una gestione che ha escluso il confronto e la responsabilità collettiva su una decisione dalle evidenti implicazioni etiche, civili e reputazionali. Affittare una struttura senza informarsi adeguatamente su chi la utilizzerà e per quali finalità - conclude - non può essere considerato una semplice leggerezza: è una mancanza grave di responsabilità, soprattutto quando si opera in nome e per conto di un'intera comunità".
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