Mosca incrimina i dirigenti di Kiev per genocidio. Non c'è Zelensky

Secondo la Russia, decine di ex responsabili politici e militari dell'Ucraina avrebbero ordinato di usare le armi contro la popolazione russofona in Donbass dal 2014
December 8, 2025
La Russia ha incriminato decine di responsabili ed ex responsabili politici e militari ucraini per «genocidio» della popolazione di etnia russa o russofona del Donbass a partire dal 2014.
Tra i 41 accusati dalla Procura generale non figura il presidente Volodymyr Zelensky, mentre compaiono il suo predecessore Petro Poroshenko, il ministro della Difesa Denys Shmygal, l'ex capo delle forze armate Valeriy Zaluzhny, quello attuale Oleksandr Syrsky, l'ex capo di gabinetto presidenziale Andriy Yermak e Rustem Umerov, segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale e capo della delegazione ucraina per le trattative di pace. 
Secondo i capi d'imputazione, a partire dall'aprile del 2014, dopo il rovesciamento del presidente filo-russo Viktor Yanukovich e la salita al potere di un governo filo-occidentale, gli accusati «hanno ordinato ai loro subordinati nelle forze armate ucraine e in altre formazioni armate di usare armi da fuoco, veicoli corazzati, aerei da combattimento, missili e artiglieria contro civili con l'intento di commettere un genocidio» contro la popolazione delle regioni di Donetsk e Lugansk. 

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