Sull'Ucraina Trump ha detto tutto e il contrario di tutto
A febbraio parlava di un Paese destinato un giorno a diventare russo, oggi sdogana Zelensky (che aveva bullizzato alla Casa Bianca). Anche con Putin il rapporto è controverso. Analisi in 4 punti

Riassumiamo qui di seguito i quattro ripensamenti più vistosi del presidente Donald Trump sulla guerra in Ucraina.
La questione territoriale
L’11 febbraio, in un’intervista a Fox News, Trump ha evocato l’idea che «l’Ucraina potrebbe un giorno essere russa». Due settimane dopo, nell’ambito di un incontro con il presidente francese Emmanuel Macron, ha sottolineato invece che Kiev potrebbe riprendersi una parte dei territori occupati anche se l’impresa «non è facile». Martedì scorso, con un post su Truth rilanciato dopo aver incontrato il Zelensky a margine dell’Assemblea Onu, ha ribaltato la sua posizione: «Con il tempo, la pazienza e il sostegno finanziario dell’Europa e, in particolare, della Nato, il ripristino dei confini originari da cui è iniziata questa guerra è assolutamente un’opzione».
La leadership di Zelensky
Il 19 febbraio, utilizzando un post su Truth, Trump ha parlato del presidente ucraino Zelensky come di un «dittatore» non eletto (il suo mandato presidenziale è scaduto a maggio 2024) che ha fatto un «lavoro terribile», «portato il Paese alla rovina» e causato con la guerra «la morte non necessaria di milioni di persone». Pochi giorni dopo, in uno storico faccia a faccia alla Casa Bianca, il tycoon lo ha “bastonato” in mondovisione accusandolo di «giocare alla Terza Guerra mondiale» e di non avere «le carte» per vincerla. Martedì scorso, la capovolta: Zelensky è diventato per Trump «un uomo coraggioso che sta combattendo con tutte le sue forze».
Il rapporto con lo "zar"
Due giorni fa, parlando con i giornalisti, Trump ha ammesso: «Pensavo che [risolvere la guerra] sarebbe stato facile grazie al mio rapporto con Putin, sfortunatamente quel rapporto non ha significato nulla». Parole che tradiscono la frustrazione (nel corso della visita a Londra ha parlato di «delusione») per avergli invano riservato tutti gli onori, compreso il tappeto rosso, durante il vertice in Alaska. Nel 2019, il tycoon, in viaggio verso il Giappone per il G20, si vantava di avere «un rapporto molto, molto buono» con lo zar: «Non vediamo l’ora di trascorrere del tempo piacevole insieme». Il 5 settembre scorso, il presidente ha auspicato la partecipazione di Putin al G20 di Miami del 2026
Armi all'Ucraina
Agli inizi di marzo, Trump ha ordinato la sospensione di tutta l’assistenza militare degli Stati Uniti a favore di Kiev. Questa decisione ha portato al blocco della consegna di oltre 1 miliardo di dollari in armi e munizioni, inclusi equipaggiamenti precedentemente approvati durante l’amministrazione democratica di Joe Biden. Il 14 luglio il suo governo ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina. La mossa è stata una mezza inversione a “U”: Washington ha deciso di fornire alcuni strumenti necessari a portare avanti la guerra, per esempio i sistemi di difesa aerea Patriot, ma facendoli pagare alla Nato.
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