venerdì 8 ottobre 2021
Le vittime nella moschea sciita di Sayed Abad a Kunduz, nell'Afghanistan settentrionale, in seguito all'esplosione di un ordigno mentre era in corso la preghiera del venerdì. L'Isis-K rivendica
La scena dell'attentato nella moschea sciita di Kunduz

La scena dell'attentato nella moschea sciita di Kunduz - Ansa

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Un attentato suicida targato Isis ha fatto strage tra i fedeli di una moschea sciita di Kunduz, nel nordest del martoriato Afghanistan, segnando un drammatico record di sangue dalla partenza delle truppe Usa e alleate dal Paese.

Un kamikaze imbottito di esplosivo - due secondo altre fonti - si è fatto esplodere all'ora di punta all'interno della moschea Said Abad, nel bel mezzo della preghiera del venerdì. Il bilancio provvisorio, destinato tragicamente a salire, è di almeno 80 morti e oltre 100 feriti, molti dei quali "in gravi condizioni". All'interno della struttura, situata in un quartiere della comunità sciita degli Hazara, al momento dell'esplosione si trovavano "almeno 300 fedeli", hanno riportato i media locali.

Terrificanti le immagini pubblicate sui social: distruzione, sangue e morte ovunque, in una sequela di scatti strazianti. Una insegnante ha raccontato che tra le vittime ci sono molti dei suoi vicini e che l'esplosione ha scosso l'abitazione dove vive, a due passi dalla moschea. "Ci sono scene terribili, è morta anche una 16enne ma hanno trovato solo metà del corpo". Nella zona si sono precipitate le ambulanze che hanno fatto avanti e indietro per portare via morti e feriti, a decine nelle immagini circolate nell'immediato. "Ho chiamato immediatamente mio fratello che era andato a pregare, ma non rispondeva", ha raccontato invece Aminullah, che è poi corso nella zona, ha trovato il familiare ferito e lo ha portato in un ospedale di Medici senza frontiere.

Centinaia in serata si affollavano davanti alle strutture ospedaliere, in gravi carenze, che hanno accolto i feriti. I taleban avrebbero eretto dei cordoni di sicurezza, anche nel timore di nuovi attentati, mentre dall'Isis è puntualmente arrivata la rivendicazione del brutale attentato.

Domenica scorsa un altro attacco suicida aveva preso di mira a Kabul il funerale della madre del portavoce taleban, Zabihullah Mujaid. Anche in quell'occasione era arrivata la rivendicazione del ramo afghano dell'Isis, la 'provincia del Khorasan', che in questi anni ha più volte preso di mira la comunità Hazara, perseguitata e additata come "setta eretica" dagli estremisti islamici. Solo pochi mesi fa, a maggio, i jihadisti hanno massacrato oltre 85 studentesse a colpi di autobomba e Ied in un attentato contro una scuola della minoranza sciita a Kabul.

Intanto si susseguono i blitz annunciati dai taleban: da ultimo il governatore della regione di Khost, a due passi dal confine orientale con il Pakistan, ha annunciato l'arresto di 14 jihadisti "arrivati da tutto il Paese che si preparavano a colpire". L'Isis dal canto suo rivendica attacchi contro i taleban in varie parti del Paese, che però il nuovo governo smentisce.

Una delegazione taleban di alto livello proprio oggi è volata alla volta di Doha "per incontri con i rappresentanti di vari Paesi", ha fatto sapere il governo. Gli occhi sono puntati sui colloqui a Mosca del prossimo 20 ottobre, dove la Russia ha invitato anche la Cina.

Sul fronte diplomatico infine, da segnalare che la cancelliera Angela Merkel ha accolto con favore l'iniziativa intrapresa della presidenza italiana del G20 per il vertice straordinario sull'Afghanistan convocato per il 12 ottobre. "La presidenza italiana del G20 vuole confrontarsi con gli aspetti umanitari della situazione e trovare soluzioni comuni per lenire l'emergenza delle persone nel Paese", ha specificato Berlino, sottolineando "lo stretto partenariato tra Italia e Germania in Europa e al livello bilaterale".

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