sabato 23 maggio 2020
Per metà della detenzione nel braccio della morte, poi per le sue condizioni è sfuggito al boia in Georgia. L'afroamericano subì discriminazioni razziali
Johnny Lee Gates, 63 anni, è libero dopo 43 anni di carcere in Georgia

Johnny Lee Gates, 63 anni, è libero dopo 43 anni di carcere in Georgia

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Johnny Lee Gates, 63 anni, è libero dopo 43 anni di carcere, 26 dei quali trascorsi nel braccio della morte in Georgia. Condannato nel 1977 per omicidio, stupro e rapina, l'afroamericano 63enne si è sempre detto estraneo all'uccisione di Katharina Wright. Ma il suo quoziente intellettivo di 65 lo aveva portato prima a contraddirsi poi, secondo gli inquirenti, a confessare e alla fine (in base a quanto affermato) a essere condannato a morte: pena evitata e commutata in ergastolo solo in quanto l'esecuzione di un disabile mentale è anticostituzionale. La scoperta di ulteriori prove e l’accertamento della discriminazione razziale subita, gli avevano garantito un nuovo processo.

Nel 2015 il Georgia Innocence Project (l'organismo indipendente di avvocati che assiste i condannati e spesso riesce a far riesaminare i casi) era riuscito a chiedere nuovi test del Dna su due elementi di prova: una cravatta del marito e una cintura di accappatoio con cui, secondo la giuria del 1977, Gates aveva soffocato Katarina Wright. Il Dna rinvenuto era di almeno cinque persone diverse, ma non di Johnny Gates.


I legali gli sono stati molto vicini e per ottenere la libertà Gates ha accettato il cosiddetto “patteggiamento Alford”: una procedura per cui il ricorrente non dichiara la sua colpevolezza ma ammette che la procura ha avuto a disposizione sufficienti prove per condannarlo. Sulla base del patteggiamento, Gates è stato condannato a 40 anni per omicidio colposo. Avendone già scontati 43, è tornato in libertà


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