martedì 19 luglio 2016
​Altri 6 Paesi - Giordania, Turchia, Libano, Sud Africa, Pakistan e Territorio Palestinese Occupato - pur rappresentando meno del 2% dell’economia mondiale ma trovandosi vicini alle peggiori aeree di crisi, si stanno facendo carico del 50,2% dei rifugiati e richiedenti asilo di tutto il mondo, vale a dire quasi 12 milioni di persone.
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I 6 Paesi più ricchi nel mondo - Stati Uniti, Cina, Giappone, Germania, Francia e Regno Unito - pur contribuendo per più della metà all’economia globale, ospitano solo il 9% dei rifugiati, circa 2 milioni.

Mentre altri 6 Paesi - Giordania, Turchia, Libano, Sud Africa, Pakistan e Territorio Palestinese Occupato - pur rappresentando meno del 2% dell’economia mondiale ma trovandosi vicini alle peggiori aeree di crisi, si stanno facendo carico del 50,2% dei rifugiati e richiedenti asilo di tutto il mondo, vale a dire quasi 12 milioni di persone.

Come lo definisce l'Osservatore Romano si tratta del paradosso dell'accoglienza: quello che ci troviamo davanti è un quadro asimmetrico e sproporzionato quello che emerge dall’ultimo rapporto dell’Oxfam sulla situazione dell’assistenza a migranti e rifugiati.

Oggi più di 65 milioni di persone sono in fuga a causa di conflitti, persecuzioni e violenza: è il più alto numero mai registrato. Un terzo di queste persone sono rifugiati e richiedenti asilo al di fuori del loro Paese. Tale esodo di massa è causato soprattutto dalla guerra in Siria, ma non solo. Ci sono anche situazioni di instabilità in altri Paesi, come Sud Sudan, Burundi, Iraq e soprattutto Yemen. Il recente accordo tra Unione europea e Turchia è stato solo una mezza soluzione: ha lasciato migliaia di uomini, donne e bambini in Grecia, in condizioni critiche e in assenza di certezze sui propri diritti. Questo accordo — sostengono Oxfam e numerose organizzazioni umanitarie — rischia ora di innescare un disastroso “effetto domino”. Ad esempio, il Kenya, annunciando la chiusura del campo profughi di Dadaab (il più grande del mondo), ha fatto sapere che se l’Europa può permettersi di non accogliere i siriani, allora il suo Governo può fare altrettanto con i somali.

I prossimi 19 e 20 settembre a New York si terranno due vertici fondamentali per definire come far fronte alla crisi migratoria. In vista di questo doppio appuntamento, l’Oxfam ha lanciato un appello per chiedere ai leader mondiali di garantire sicurezza, protezione, dignità e futuro ai milioni di persone costrette a lasciarsi tutto alle spalle.

«Questo flusso epocale di persone che fuggono da situazioni in cui non si può sopravvivere, a causa di guerre, carestie e povertà, deve trovare maggiore accoglienza da parte di tutti i Paesi e sono le maggiori potenze economiche in primis, a dover moltiplicare il loro impegno» ha dichiarato la presidente di Oxfam Italia, Maurizia Iachino. «Sono uomini, donne, anziani e bambini, troppo spesso obbligati a rischiare la propria vita per raggiungere un luogo sicuro. I Paesi più poveri stanno facendosi carico di garantire loro protezione e sicurezza, ma anche i Paesi più ricchi devono fare di più».
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