lunedì 5 giugno 2023
Il presidente della Cei nella capitale ucraina, nell'ambito della missione voluta dal Papa. Al centro l'ascolto delle autorità ucraine sulle "vie per raggiungere una pace giusta". La visita a Bucha
Il cardinale Zuppi a Bucha

Il cardinale Zuppi a Bucha - Foto da koda.gov.ua

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Inizia oggi 5 giugno a Kiev e prosegue fino a domani, martedì 6, la missione del cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, volta ad "allentare le tensioni nel conflitto in Ucraina". Il porporato è arrivato oggi nella capitale ucraina come "inviato del Santo Padre Francesco", si legge in un comunicato della Santa Sede. La stessa nota sottolinea: "Si tratta di una iniziativa che ha come scopo principale quello di ascoltare in modo approfondito le Autorità ucraine circa le possibili vie per raggiungere una giusta pace e sostenere gesti di umanità che contribuiscano ad allentare le tensioni".

La notizia dell'incarico conferito a Zuppi era stata diffusa dalla Sala Stampa vaticana il 20 maggio scorso. In precedenza, il Papa stesso aveva parlato di una "missione" di pace per il martoriato Paese est-europeo. Era stato poi il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, interpellato a margine di alcuni eventi a spiegare successivamente che non si tratta di una missione che ha “come scopo immediato la mediazione”, ma che ha l'obiettivo di “cercare soprattutto di favorire il clima, favorire un ambiente che possa portare a percorsi di pace”. Gli “interlocutori saranno Mosca e Kiev per il momento, poi vedremo”, aveva riferito ancora Parolin, rimarcando tuttavia che in questo dialogo "non vogliamo escludere nessuno".


Videointervista al vescovo Visvaldas Kulbokas, nunzio apostolico a Kiev (Nello Scavo)

Lo stesso Zuppi, durante la conferenza stampa conclusiva del Consiglio permanente della Cei, aveva ribadito l'obiettivo della sua missione, sottolineando che nel conflitto che si consuma da un anno e mezzo in Ucraina c'è un coinvolgimento del Papa "fino alle lacrime”.

La presenza sul terreno del cardinale Matteo Zuppi in questo suo primo viaggio in Ucraina serve a prendere contatto con le autorità ucraine per favorire iniziative umanitarie che possano aprire corridoi tra le due linee. Papa Francesco, com'è noto, è intervenuto personalmente in svariate circostanze per ottenere la liberazione di prigionieri di guerra. Già oltre 3mila soldati ucraini sono stati liberati e un imprecisato numero di combattenti russi catturati da Kiev sono stati riconsegnati alle autorità di Mosca.
Ma il dossier più spinoso resta quello dei bambini deportati, molti dei quali sono stati fatti adottare da famiglie russe e hanno ottenuto il cambio di passaporti e nazionalità. Una pratica vietata dal Diritto internazionale e che ha provocato il mandato di cattura della Corte penale internazionale per Vladimir Putin e la commissaria per i diritti dell’infanzia in Russia, Llova Belova. L’agenda del cardinale Matteo Zuppi a Kiev è coperta dalla massima riservatezza. L’inviato di Papa Francesco incontrerà esponenti dell’establishment di governo, del mondo ecclesiale e delle comunità religiose.

Ieri al termine della preghiera mariana dell’Angelus, dalla finestra del palazzo apostolico Papa Francesco ha affidato alla Vergine Maria tutte le popolazioni colpite dalla guerra, in particolare il popolo ucraino. La preghiera del Santo Padre è arrivata proprio mentre si intensificano i combattimenti.

Sabato sera a Dnipro un bombardamento russo ha ucciso una bimba di 2 anni, nei giorni precedenti a Kiev una bimba di anni ha perso la vita nel corso di un attacco sulla capitale, mentre in queste ore sono riprese le manovre di Kiev che danno il via alla controffensiva e a Nord, sul confine con la Russia, si ripetono le incursioni dei combattenti russi anti-Putin e le autorità russe della regione di confine di Belgorod hanno chiesto ai civili di evacuare rapidamente poiché le forze armate di Mosca non sembrano in grado di controllare la frontiera nonostante le azioni dei “partigiani” stiano impiegando poche decine di persone e siano riusciti anche a fare prigionieri tra i militari russi.

Rientrando dall'incontro con papa Francesco, il presidente Zelensky nel consueto discorso serale alla popolazione ucraina aveva ringraziato la Santa Sede e riferendosi al Pontefice disse che dopo aver ascoltato il Papa si attendeva "sviluppi di portata storica specialmente per la restituzione dei bambini deportati".

In serata si è saputo che Zuppi ha incontrato il commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino Dmytro Lubinets, che all'inviato del Papa, si legge in un comunicato dello stesso ufficio, ha detto che «l'Ucraina deve liberare il suo intero territorio, perché questo è l'unico meccanismo per proteggere i bambini!». All'incontro ha partecipato anche l'arcivescovo Visvaldas Kulbakas, nunzio apostolico in Ucraina. L'incontro è avvenuto nel Centro per la protezione dei diritti dei bambini, aperto su iniziativa del presidente Zelenskyi. Il difensore civico ha presentato alla delegazione del Vaticano il rapporto speciale "Neroskvitli" sulla violazione dei diritti dei bambini ucraini alla Corte penale internazionale e in Russia, materiale informativo sulla violazione dei diritti umani in Ucraina a seguito dell'aggressione russa. «Non sappiamo il numero esatto o dove si trovano. Tuttavia, riusciamo a riportare i bambini a casa e ciascuna di queste storie è come un'operazione speciale separata", ha affermato Lubinets.

Nel pomeriggio Zuppi ha fatto visita a Bucha, nella regione di Kiev. dove ha potuto vedere il prezzo altissimo che gli ucraini hanno pagato «per la libertà e la pace nel mondo», si legge in un comunicato. In particolare, la delegazione ha visitato la chiesa di Sant'Andrea, dove furono sepolti 119 civili durante la breve occupazione russa.

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