sabato 26 agosto 2017
Dopo i 90 morti di venerdì, rappresaglie dell'esercito birmano sui civili al confine con il Bangladeh: le milizie della minoranza musulmana hanno infatti ripreso l'offensiva nello Stato di Rakhine
La fuga dei civili dallo Stato di Rakhine dove sono ripresi i combattimenti (Ansa)

La fuga dei civili dallo Stato di Rakhine dove sono ripresi i combattimenti (Ansa)

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Si fa durissima la rappresaglia del governo del Myanmar contro i Rohingya. Le forze armate birmane hanno aperto il fuoco con mitragliatrici e proiettili di mortaio su centinaia di profughi Rohingya nei pressi del valico di frontiera di Ghumdhum, al confine con il Bangladesh: lo hanno reso noto oggi fonti delle guardie di frontiera di Dacca. Gli scontri fra l’esercito del Myanmar e i ribelli Rohingya scoppiati venerdì hanno causato almeno 92 morti; i militari hanno aperto il fuoco sui civili ammassati alla frontiera e ai quali il Bangladesh ha negato il permesso di ingresso. I combattimenti riguardano soprattutto nello Stato birmano di Rakhine, teatro da diversi anni di forti tensioni fra la minoranza musulmana dei Rohingya e i buddisti.

Gli attacchi di venerdì: 90 i morti

Venerdì, almeno 90 persone, tra cui 12 uomini delle forze di sicurezza, erano invece morte negli scontri a fuoco seguiti, per le autorità birmane all’attacco di ribelli di etnia Rohingya nel Rakhine, Myanmar occidentale, affacciato sul Golfo del Bengala e confinante con il Bangladesh.


Gli eventi di venerdì rappresentano un’escalation nel conflitto a bassa intensità che si è andato sviluppando dallo scorso ottobre, quando un’incursione simile contro avamposti della polizia di frontiera ha aperto una nuova fase della crisi che vede al centro i Rohingya, minoranza etnica di fede musulmana senza diritto di cittadinanza in Myanmar. A rivendicare la responsabilità delle azioni contro le forze governative è stato l’Esercito per la salvezza dei Rohingya dell’Arakan (Rakhine) gruppo che è evoluzione di bande armate poco attive fino allo scorso autunno, che ha annunciato nuove iniziative. A conferma che la situazione va deteriorandosi in concomitanza con i nuovi rastrellamenti avviati a inizio mese dalle forze governative.

Sarebbero 24 finora le postazioni frontaliere della polizia finite sotto attacco, a segnalare che l’offensiva militare che ha costretto alla fuga oltreconfine in Bangladesh 87mila Rohingya tra violenze e devastazioni ampiamente denunciate anche all’estero, ha avuto come risultato di esacerbare la situazione.

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