giovedì 19 dicembre 2019
Giorgia Meloni, Barbara Palombelli e Giulia Bongiorno in campo con Acs per la 14enne costretta alle nozze da un islamico
Una bimba di 7 anni nel retro di un camion dopo il matrimonio in India (foto archivio Ap)

Una bimba di 7 anni nel retro di un camion dopo il matrimonio in India (foto archivio Ap)

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Sono arrivate le prime risposte all’appello di Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) rivolto a 11 opinion leader a sostegno di Huma Younus, 14enne pachistana rapita, costretta alla conversione e al matrimonio da un adulto di fede musulmana.

Come dice la stessa fondazione, le prime ad intervenire sono state la parlamentare Giorgia Meloni – la quale sul profilo Facebook aveva segnalato di volere scendere in campo «per Huma e le centinaia di adolescenti e bambine che in Pakistan vivono la stessa drammatica situazione, nel silenzio della comunità internazionale e dei grandi mezzi di comunicazione», e Barbara Palombelli che mercoledì, durante la trasmissione Stasera Italia, ha espresso la solidarietà a Huma e ai genitori. Ieri è stata l’avvocata e senatore Giulia Bongiorno ad accogliere l’invito ad unirsi alla campagna di sensibilizzazione.

«Non possiamo accettare che il fatto che la vicenda stia accadendo lontano da noi sbiadisca la nostra indignazione», ha scritto a Acs l’ex ministra per la Pubblica Amministrazione, tra i firmatari della legge (Codice Rosso) che vieta in Italia i matrimoni forzati.

«Nel nostro Paese si sono fatti dei passi avanti ma questo non deve indurci a pensare che sia lo stesso anche nel resto del mondo». Promotrice con Michelle Hunziker, pure destinataria dell’appello di Acs, della fondazione “Doppia difesa”, impegnata a combattere la violenza contro le donne, Bongiorno ha detto: «È una vicenda che lascia sgomenti, che fa venire i brividi. È la negazione dello stato di diritto e dei diritti umani».

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