venerdì 22 novembre 2019
Il rapporto sulle mine, pubblicato dall'Osservatorio delle Nazioni Unite, rileva che nel 2019 sono state 6.897 le vittime di questo tipo di ordigni ma anche di residuati bellici, di cui 3.059 i morti
Le mine anti-uomo continuano ad uccidere (Ansa)

Le mine anti-uomo continuano ad uccidere (Ansa)

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Ogni ora almeno una persona nel mondo muore a causa di un ordigno anti-uomo improvvisato. Il rapporto sulle mine, pubblicato dall'Osservatorio delle Nazioni Unite, rileva che nel 2019 sono state 6.897 le vittime di questo tipo di ordigni ma anche di residuati bellici, di cui 3.059 i morti e 3.837 i feriti. Circa il 54% dei coinvolti sono bambini, spesso incuriositi dai resti di esplosivi, munizioni a grappolo ed altri residuati di guerra. L'alto numero di vittime è "principalmente dovuto - spiega l'Osservatorio - si registra nei paesi coinvolti in conflitti armati, in particolare in Afghanistan, Mali, Myanmar, Nigeria, Siria e Ucraina". In particolare sono state 1.600 le vittime segnalate in Afghanistan e più di mille in Siria.
Da quando l'Osservatorio delle mine ha iniziato a contare il numero di vittime, nel 1999, sono stati identificate più di 130.000 vittime delle mine o di residuati bellici esplosivi, di cui 86.000 sopravvissuti.
A ottobre 2019, ancora 59 Stati sono contaminati da mine antiuomo. Nel 2018 sono stati bonificati almeno 140 chilometri di terreno contaminato, in calo rispetto ai 195 chilometri segnalati nel 2017. Inoltre, gli Stati che hanno aderito al Trattato di divieto delle mine hanno distrutto più di 55 milioni di mine antiuomo stoccate, di cui più di 1,4 milioni nel 2018. L'Osservatorio ricorda che l'Oman ha completato la distruzione delle sue scorte di mine antiuomo nel settembre 2018 mentre Grecia e Ucraina rimangono in violazione del trattato non riuscendo a completare la completa distruzione delle proprie scorte entro quattro anni. In questa fase, solo tre Stati Parti hanno più di quattro milioni di mine antiuomo da distruggere. Si tratta dell'Ucraina (3,5 milioni), della Grecia (64,3267) e dello Sri Lanka (77.865).
Particolarmente grave la situazione in Myanmar unico Paese dove è l'esercito a utilizzare questi ordigni. Dalla metà del 2018 all'ottobre 2019, l'Osservatorio ha confermato l'uso delle mine antiuomo da parte delle forze governative nel Paese, uno stato il Myanmar che non ha aderito al Trattato sul divieto delle mine. Inoltre nel 2018 e fino all'inizio di quest'anno anche le forze Houthi nello Yemen hanno prodotto massicciamente mine antiuomo. Inoltre, l'Osservatorio segnala che, secondo notizie non confermate, gruppi armati farebbero uso di mine antiuomo in Camerun, Colombia, Libia, Mali, Filippine, Somalia e Tunisia.

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