giovedì 15 gennaio 2015
Greta e Vanessa rilasciate dopo 5 mesi e mezzo. Polemiche sulle voci di un riscatto. Speranze per il padre gesuita: sarebbe nelle prigioni dello Stato islamico.
L'ANALISI Un'operazione di successo e ombre inevitabili (Andrea Lavazza)
COMMENTA E CONDIVIDI
Sono state liberate Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due volontarie italiane rapite il 31 luglio scorso in Siria. E padre Paolo dall'Oglio sarebbe vivo nelle prigioni dello Stato islamico, a Rakka, sempre in Siria.Le prime voci, diffuse su Twitter da un fantomatico “Sadeer1”, sedicente attivista anti-Assad, sembravano solo dover riaprire l’angosciosa ridda di voci. Intelligence e Farnesina si trinceravano dietro un laconico «No comment». Il video con Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, diffuso su YouTube il 31 dicembre, aveva ridato speranza e fatto intuire sotto traccia, che forse quello era un segnale incrociato di una delicata quanto complessa trattativa. Per questo un secondo tweet di Palazzo Chigi, una mezz’ora dopo, era come un lampo che dissipava ombre e dubbi: «Sono libere, torneranno presto in Italia», annunciava il governo. Pochi minuti dopo era il ministro Maria Laura Boschi a interrompere i lavori in Parlamento e a comunicare «una bella notizia: Greta e Vanessa sono state liberate e torneranno presto a casa». L’annuncio era salutato da un lungo ed unanime applauso. Una liberazione «risultato di un intenso lavoro di squadra dell’Italia», chiosava un altro tweet della Farnesina. La liberazione delle due cooperanti meritava pure la prima dichiarazione pubblica di Pietro Grasso nella veste di presidente della Repubblica supplente che esprimeva sollievo oltre ad apprezzamento per il lavoro del governo, dell’Unità di crisi della Farnesina e dei servizi di intelligence. Era il premier Matteo Renzi a telefonare alla famiglia di Greta Ramelli. Lo faceva sapere il fratello Matteo: «La Farnesina ha fatto un lavoro fantastico. Li ringrazio e ringrazio anche i nostri concittadini che sono stati meravigliosi». È l’ora della gioia ora aspettiamo Greta a casa», aggiungeva. Le due ragazze, già giunte in Turchia, erano attese nella notte all’aeroporto militare di Ciampino dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Già oggi saranno interrogate dai magistrati del pool antiterrorismo della capitale.Subito dopo la conferma della liberazione, sempre da fonti su social network vicini all’opposizione siriana, rimbalzava la voce di un riscatto da «12 milioni di dollari». Una ipotesi smentita da fonti di intelligence, ma che subito scatenava le richieste di Lega Nord M5s e Forza Italia di un dibattito parlamentare. Padre Paolo Dall'Oglio "è vivo" e si trova "nelle prigioni dello Stato islamico a Raqqa", in Siria. Lo riferisce @sadeer1, account legato ai ribelli che poco prima aveva annunciato il rilascio di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le italiane rapite nel Paese mediorientale lo scorso anno. Padre Dall'Oglio, sacerdote di 60 anni impegnato nel dialogo interreligioso, è stato rapito il 29 luglio 2013 nella zona di Raqqa. Scheda 1. Le volontarie rapite Era il 31 luglio quando si persero le tracce di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, rapite in Siria ad Alabsmo, vicino ad Aleppo. Le due volontarie lombarde avevano fondato il Progetto Horryaty ed erano entrate tre giorni prima in Siria da Atma, a pochi chilometri di distanza dal campo profughi omonimo. Originarie una di Brembate, nel bergamasco, e l'altra di Besozzo, in provincia di Varese, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli erano al loro secondo viaggio in Siria in poco meno quattro mesi: a marzo, la prima tappa del 'progetto Horryaty', le aveva portate a compiere un sopralluogo per capire il da farsi. Marzullo, 21 anni, studia mediazione linguistica e culturale all'Università di Milano, dove ha cominciato a imparare l'arabo oltre all'inglese. Sulla sua pagina Facebook racconta la guerra, mette foto di bombe e bimbi dilaniati, descrive la sua esperienza in Siria: l'ultimo 'post' risale al 16 luglio scorso. Il 20 settembre la notizia, mai confermata, che sarebbero state vendute due volte ad altri gruppi ma senza finire finite nelle mani degli jihadisti sunniti dello Stato Islamico (Isis). La notizia veniva dal quotidiano libanese 'Al-Akhbar' (anti-israeliano e considerato vicino alle milizie sciite di Hezbollah), che ricostruisce come le due giovani siano state attirate con l'ingano nella "casa del capo del Consiglio rivoluzionario di Alabsmo" con il giornalista de Il Foglio, Danielere Ranieri, che riuscì a scappare. Il 31 dicembre scorso, in un video di 23 secondi pubblicato su YouTube, le due volontarie supplicavano il governo italiano: "Siamo Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Supplichiamo il nostro governo e i loro mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in grande pericolo e possiamo essere uccise. I nostro governo ed i mediatori sono responsabili delle nsotre vite". Poche ore dopo la diffusione del video, il ramo siriano di al Qaeda, al Nursa, aveva confermato di tenere in ostaggio le due ragazze.

La scheda 2. Padre Paolo Dall'Oglio Paolo Dall'Oglio, il gesuita romano sequestrato a fine luglio 2013 nel nord della Siria. Di lui non si hanno più notizie certe da quel 29 luglio, quando scomparve poco dopo essere rientrato in Siria, presumibilmente per una mediazione umanitaria. Dall'Oglio fu rapito nella zona di Raqqa, al nord, da fondamentalisti islamici dopo che per quasi trent'anni aveva vissuto in Siria, rifondando la comunità di Mar Musa e promuovendo il dialogo interreligioso. Nel tempo, si sono susseguite notizie contrastanti, con voci su una sua presunta esecuzione poco dopo il rapimento e fonti più recenti che invece sostengono che si trovi ancora vivo nelle mani degli jihadisti sunniti dell'Isis. Le ultime informazioni attendibili risalgono a settembre: secondo fonti che lavorano sul terreno per la sua liberazione, il gesuita sarebbe detenuto in una delle prigioni dell'Isis a Raqqa, da oltre un anno divenuta la roccaforte dell'autoproclamato Stato islamico.

 

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: