sabato 27 marzo 2021
Nel giorno della festa nazionale dedicata alle forze armate in Myanmar, polizia ed esercito hanno sparato sulla folla scesa in strada a Yangon, Lashio, Mandalay, Kyaukpadaung e Kyeikhto
Almeno 114 manifestanti uccisi dall’esercito, tra loro una bimba di 5 anni

Reuters

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Nel giorno della festa nazionale dedicata alle forze armate in Myanmar, polizia ed esercito hanno sparato sulla folla scesa in strada a Yangon, Lashio, Mandalay, Kyaukpadaung e Kyeikhto. I video sui social documentano aggressioni contro i cittadini anche senza provocazione.

Ansa


La durissima mano dell'esercito era stata preannunciata dalla televisione di Stato, che aveva messo in guardia i manifestanti dalla possibilità di essere colpiti "alla testa e alla schiena". Il generale Min Aung Hlaing, leader della giunta, ha invece affermato, durante la parata del Giorno delle Forze Armate nella capitale Naypyidaw, che i militari avrebbero "protetto il popolo e si sarebbero battuti per la democrazia".

Migliaia di persone sono scese comunque in strada per protestare a Rangoon, Mandalay e in altre città. Il portale di notizie Myanmar Now riporta che almeno 114 persone sarebbero state uccise oggi in tutto il Paese dalle forze di sicurezza. A Mandalay hanno perso la vita 29 persone, tra cui un bambino di 5 anni, almeno 24 a Rangoon. Altre uccisioni sono state segnalate nella regione centrale di Sagaing, Lashio, Bago, vicino a Rangoon e in altre località.



Nella capitale economica del Paese alcuni colpi di arma da fuoco hanno colpito il centro culturale statunitense, l'American Center. Nessuno è rimasto ferito ma è stata aperta un'indagine, ha detto il portavoce dell'ambasciata americana Aryani Manring. Inoltre, l’ambasciata statunitense in Birmania ha confermato che le forze di sicurezza stanno «uccidendo civili disarmati».

Ansa


Dal colpo di stato del primo febbraio, in Myanmar sono in corso grandi manifestazioni contro e ci sono stati numerosi scontri con la polizia e l’esercito, ma non c’erano mai stati così tanti morti in un’unica giornata. Il 27 marzo è la festa nazionale delle forze armate e l’esercito aveva cercato di dissuadere i manifestanti dal protestare avvertendo sulla televisione nazionale che avrebbero potuto essere colpiti alla testa e alle spalle.
Nonostante questo i gruppi che organizzano le manifestazioni avevano diffuso degli appelli per mantenere alta la partecipazione nel corso della giornata. Le proteste sono in corso, oltre che a Yangon, anche a Mandalay, la seconda città più popolosa, Magway, Mogok, Kyaukpadaung e Mayangone.
Non esistono conteggi ufficiali delle persone morte dall’inizio delle manifestazioni, né da parte delle autorità locali, né delle agenzie di stampa internazionali, ma secondo quello tenuto dal gruppo di attivisti “Associazione di assistenza per i prigionieri politici”, normalmente citato dalle agenzie di stampa internazionali, i morti sarebbero ormai più di 400, considerando le vittime di oggi.

Il generale Min Aung Hlaing ha ribadito la promessa di elezioni, ma senza indicare alcuna data, mostrando la massima determinazione a prevenire qualsiasi interruzione della celebrazione, che commemora l'inizio della resistenza all'occupazione giapponese nel 1945. A guidarla era stato il padre di Aung San Suu Kyi, tuttora agli arresti in una località segreta.

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