domenica 27 marzo 2022
In tanti si chiedono se la vittoria sul campo sarà effettiva e in che condizioni economiche la Russia ci arriverà
Vladimir Putin

Vladimir Putin - Reuters

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Per la Russia sarebbe la più ghiotta delle opportunità. Si fa strada l’ipotesi che Putin potrebbe concludere la guerra in Ucraina o, come la chiamano in Russia, l’operazione militare speciale, entro il 9 maggio, anniversario della presa di Berlino e data che segna la fine della Grande guerra patriottica (per noi la Seconda guerra mondiale) con la quale la Russia ha liberato l’Europa dal nazifascismo.

Per alimentare la retorica nazionale e radicarla sempre più al mondo di ieri, Putin vorrebbe fare coincidere nello stesso giorno anche la «vittoria» su Kiev e la «denazificazione» dell’Ucraina. Un messaggio di questo genere sarebbe stato comunicato alle truppe dai comandanti. Ci sono però un paio di ostacoli che si frappongono fra il presidente e i suoi sogni di gloria. Per prima cosa, che la Russia riesca davvero a vincere sul campo di battaglia, non solo non lo dice nessuno (a parte la propaganda del Cremlino), ma lo dubitano anche in molti.

Vi è poi la madre di tutte le domande: in che condizioni arriverà Mosca al 9 maggio? E qui, dal campo dell’incertezza, si passa a quello della preoccupazione. C’è poi da considerare la tragedia familiare di quelle madri che hanno visto partire i loro figli e che non sanno dove siano. Alcune di loro non li vedranno mai tornare a casa.

Il presidente Putin ha assicurato che fra i soldati inviati al fronte non ci sono soldati di leva. Ma più di una testimone sui gruppi Telegram ha parlato di ragazzi costretti a firmare un modulo dove, da semplici soldati che stavano facendo la naja, diventavano coscritti. Con tanto di status di 'veterani' che per legge consentirà loro facilitazioni fiscali e privilegi cone i reduci di Siria e Afghanistan.

Fra Russia e Ucraina è guerra di cifre su quanti ne siano molti, ma ci sicuro parliamo di alcune migliaia. Perdite non solo dolorose, ma anche preziose, in una Russia in crisi demografica grave e dove il governo, dopo le perdite per la pandemia da coronavirus, sarà costretto a cercare di camuffare anche quelle «dell’operazione militare speciale» come la chiamano a Mosca. Cosa però più complicata, perché sarà dura giustificare il fatto che centinaia di giovani non torneranno più a casa.

Vittime, senza contare i disertori e quelli che si ribellano ai superiori, come l’episodio (riferito dai media) di un carrista che ha travolto volontariamente il suo colonnello dopo la decimazione del reparto in combattimento. Stando ai sondaggi ufficiali, al 3 marzo l’intervento militare in Ucraina era approvato dal 71% del campione intervistato, percentuale però che scendeva al 58,8% secondo un sondaggio condotto da una agenzia indipendente e al 50% secondo un sondaggio condotto dall’agenzia inglese Savanta ComRes per Cnn.

C’è poi da chiedersi anche come arriverà la Russia al 9 maggio sotto il profilo economico. L’economia russa traballa e, nonostante la disinformazione e sui media russi, le persone rimaste senza lavoro a causa della fuga delle grandi aziende occidentali si contano a decine di migliaia. La Borsa di Mosca ha riaperto dopo tre settimane di chiusura. Il rublo rimane ampiamente svalutato e, secondo la Banca mondiale, se nel 2020 quella russa era l’undicesima economia a livello mondiale, alla fine di quest’anno potrebbe non raggiungere il 15° posto.

A Mosca l’aria che si respira al momento è di profonda frustrazione. C’è chi con il suo stipendio fa sempre più fatica ad arrivare a fine mese e chi in alcune banche può prelevare solo una minima parte dei suoi depositi. Che devono rimanere lì. A garantire l’esistenza del sistema bancario in caso di ulteriore stress test.

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