Il piano raccontato in 4 punti e i 5 "principi" di Netanyahu

Quattro mesi per avere il controllo completo della Striscia, con 100mila uomini a monitorare il "perimetro" di Gaza. Resta il nodo della futura amministrazione e dell'esodo enorme dei palest
August 6, 2025
Il piano raccontato in 4 punti e i 5 "principi" di Netanyahu
Ansa | Il premier israeliano Netanyahu durante un incontro con i vertici militari
Al termine del Gabinetto di sicurezza di questa notte tra vertici militari e governo, il premier Netanyahu ha illustrato i cinque principi che Israele chiederà per la fine della guerra: il disarmo di Hamas, il ritorno di tutti gli ostaggi, i vivi e i deceduti, la smilitarizzazione della Striscia di Gaza, il controllo di sicurezza israeliano nella Striscia di Gaza, l'istituzione di un'amministrazione civile alternativa che non sia né Hamas né l'Autorità palestinese".
Qui di seguito invece i quattro punti del piano.
1) Il dispiegamento militare
Secondo fonti militari il piano prevede il dispiegamento di 4 o 5 divisioni delle Forze di difesa israeliane. Ogni divisione conta tra i 5 mila e 20 mila uomini. Dunque potrebbero essere schierati fino a 100mila uomini per controllare il perimetro della Striscia (poco più di 70 chilometri) e le aree dove verranno concentrati gli sfollati. In preventivo anche perdite più elevate.

2) I tempi
Secondo le bozze trapelate il piano di Netanyahu prevede un periodo di quattro mesi entroi quali raggiungere il pieno controllo della Striscia. Molto dipenderà dall’effettiva resistenza di Hamas che all’inizio del conflitto poteva contare su circa 35 mila uomini e quasi 700 giorni dopo è accreditata di 20mila combattenti, molti dei quali arruolati negli ultimi mesi.
3) Il campo profughi
Con il concorso degli Stati Uniti, Israele intende stabilire una sorta di “metropoli umanitaria” nel Sud, dove si trova attualmente circa un milione di persone e dove verrebbe spinto un altro milione di sfollati da spingere poi ad accettare il trasferimento in altri Paesi.
4) Amministrazione civile
Uno dei punti più controversi riguarda la futura amministrazione di Gaza. Tentando di scongiurare i malumori interni e quelli internazionali, Netanyahu ha parlato di una “entità civile”, che dovrebbe gestire Gaza fino a quando non verrà stabilito il futuro della Striscia. Non è chiaro a chi verrebbe affidata questa gestione, ma si parla anche di “agenzie” private. In ogni caso, secondo quanto riportato da Haaretz, qualsiasi entità che sarà creata per governare la Striscia sarà considerata da Hamas «forza occupante legata a Israele». Hamas ha poi ribadito che il piano del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu per far sì che Israele assuma il pieno controllo della Striscia di Gaza è «un palese colpo di stato» contro il processo negoziale e dimostra che vuole sacrificare gli ostaggi.

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