Il Consiglio d'Europa accoglie l'opposizione civile russa
Approvata una storica risoluzione che, a tre anni dall'addio di Mosca all'Assemblea dei 46 Paesi, guarda a una futura Russia democratica. In itinere l’istituzione di una piattaforma ad hoc

In inglese si chiama Pace, si tratta dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa. Suona di buon auspicio e il primo ottobre ha adottato una risoluzione storica che segna una nuova fase nelle relazioni dell'Europa con la società civile russa. Il tutto, dopo l’uscita da parte della Federazione russa dal Consiglio d’Europa dove era rimasta per 26 anni.
L’istituzione di una piattaforma per le forze democratiche russe nel quadro dell'Apce è ora in itinere e vede impegnati coloro che di questo processo sono stati diretti promotori. In primis, Vladimir Kara Murza, una se non "la" personalità più importante dell’opposizione in esilio. Storico, giornalista, regista e noto politico che dopo essere sopravvissuto ad avvelenamenti prima ancora dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina è stato arrestato e condannato a 25 anni di reclusione per l’opposizione all’aggressione dell’Ucraina, e infine liberato in occasione dell’epocale scambio di detenuti nell'estate del 2024.
Nel suo account Instagram ha così commentato l’evento: «Questa decisione arriva al culmine di molti anni di lavoro costante della Fondazione (creata per sostenere i prigionieri politici e le loro famiglie quando lui era ancora in carcere e guidata da sua moglie Evgenia) e di numerose altre iniziative. Apre un'opportunità fondamentalmente nuova per un dialogo istituzionalizzato tra il movimento pacifista russo e gli Stati membri del Consiglio d'Europa. Esprimiamo la nostra gratitudine ai Paesi europei per la loro determinazione politica nel mantenere aperta la porta a una futura Russia democratica, per il loro sostegno al movimento per la pace russo e per la loro solidarietà con i prigionieri politici vittime delle repressioni del regime di Putin». E aggiunge: «La fase successiva è la formazione di una piattaforma delle forze democratiche russe in seno all'Assemblea Parlamentare. È fondamentale che questo processo si basi su un'ampia rappresentanza della società civile russa nel suo complesso: la partecipazione di diverse associazioni politiche e per i diritti umani, comunità professionali indipendenti e iniziative regionali. Solo una delegazione di questo tipo avrà una reale legittimità e diventerà la voce autentica dei russi liberi. Questa piattaforma non deve essere solo una piattaforma per i politici in esilio, ma anche uno strumento per riportare nell’Assemblea del Consiglio d’Europa le voci di coloro che sono attualmente privati dell'opportunità di parlare apertamente; di coloro che sono imprigionati e incarcerati per le loro posizioni; e di coloro che continuano a combattere la dittatura all'interno del Paese».
Al netto dei distinguo e di quanti abbiano da ridire su questa iniziativa, che si stanno registrando nel mondo dell’opposizione russa, resta il fatto che questa iniziativa costituisce un primo passo formale di supporto all’opposizione democratica russa e che le parole di Kara Murza sottolineano quanto questo debba avvenire nel solco del sostegno a chi è nel Paese, dentro e fuori dal carcere, e si oppone al regime. Il destino di questo progetto e la sua capacità di favorire l’incontro e la rappresentazione di espressioni diverse dell’opposizione ora dipenderà dalla capacità di ogni personalità di dare priorità a un processo di dialogo e di riconoscimento del valore che ognuno può portare affinché tutto questo risulti utile alla composizione di un quadro dell’opposizione capace di parlare più unita.
Il percorso inaugurato a Strasburgo è significativo alla luce di quanto parallelamente accade all’interno del paese in termini di repressione. Di questi giorni, infatti, l’ulteriore stretta con ondata di arresti volta a spegnere quel che resta dei tentativi di esprimere pubblicamente il dissenso. L'ennesimo arresto di un esponente di Yabloko, il suo vicepresidente Maksim Kruglov è emblematico. L’accusa come al solito si basa sulle fake news sulle forze armate per un post su Bucha. Il messaggio sembra chiaro: che non si presentino mai più candidati a elezioni a vario livello locale e nazionale con manifesti "Per la pace" come fa da tre anni Yabloko.
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