Lavoro, Nestlé taglierà 16mila posti nei prossimi 2 anni
di Redazione
L'annuncio choc del colosso svizzero nonostante la crescita organica positiva del 2025
Nestlé, il colosso alimentare svizzero e più grande gruppo del settore a livello mondiale, ha annunciato un vasto piano di ristrutturazione che prevede la soppressione di 16.000 posti di lavoro entro i prossimi due anni. La decisione arriva in una fase di trasformazione strategica per l’azienda, che nonostante una crescita organica positiva nei primi nove mesi del 2025 – pari al 3,3% – ha registrato un calo complessivo delle vendite, scese a 65,87 miliardi di franchi rispetto ai 67,15 miliardi dello stesso periodo del 2024. Un risultato condizionato soprattutto dagli effetti valutari sfavorevoli, che hanno pesato sui ricavi, pur a fronte di una ripresa dei volumi e di una crescita più sostenuta nel terzo trimestre, con un incremento organico del 4,3%.
Alla guida di questa svolta c’è il nuovo amministratore delegato Philipp Navratil, che ha indicato come priorità quella di «stimolare la crescita attraverso l’aumento dei volumi», accompagnando però la ripresa con una drastica riduzione dei costi. Il piano prevede che 12.000 dei tagli riguardino funzioni amministrative e d’ufficio distribuite in varie regioni e sedi, mentre gli altri 4.000 interesseranno la produzione e la catena di approvvigionamento. L’obiettivo dichiarato è raggiungere risparmi operativi annuali di circa un miliardo di franchi entro il 2027, nel quadro di un programma di efficienza complessiva che punta a un contenimento dei costi fino a tre miliardi.
«Il mondo sta cambiando e Nestlé deve cambiare più in fretta», ha dichiarato Navratil, sintetizzando lo spirito di una riorganizzazione che mira a rendere l’azienda più agile, competitiva e capace di reagire a un contesto globale segnato da inflazione persistente, volatilità dei mercati e mutamenti nelle abitudini dei consumatori. Per il gruppo svizzero, leader in oltre ottanta Paesi e proprietario di marchi iconici come Nescafé, KitKat e Purina, la sfida è ora quella di conciliare la riduzione dei costi con l’obiettivo di rilanciare la crescita reale, mantenendo al tempo stesso la fiducia di dipendenti, investitori e consumatori in un momento di forte discontinuità.
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