Raiffeisen, come vincere la miseria con il credito cooperativo

La vita poco conosciuta di un cristiano visionario che dai prestiti ai poveri per acquistare il pane arrivò a elaborare l’idea delle prime Casse rurali della storia
July 30, 2025
Raiffeisen, come vincere la miseria con il credito cooperativo
Alamy Stock Photo | Il monumento a Friedrich Wilhelm Raiffeisen al centro riunioni Raiffeisen di Weyerbusch, in Renania-Palatinato
«Quello che un singolo non riesce a fare diventa possibile quando ci mettiamo insieme ». Se oggi circa 900 milioni di persone nel mondo danno vita a oltre 90mila cooperative è perché credono nella forza dell’intuizione profetica di Friedrich Wilhelm Raiffeisen, fondatore delle prime Casse rurali della storia. Con Karl Marx, il tedesco Raiffeisen condivide sia la patria d’origine che l’anno di nascita, il 1818: ma le idee dei due si sarebbero rivelate presto ben diverse. Protestante convinto e buon amico di vari cattolici (al punto da essere stato considerato un “ecumenico pragmatico”), anche Raiffeisen darà il via a un’autentica rivoluzione: non per instaurare la dittatura del proletariato, bensì nel segno della cooperazione e della solidarietà. «Sono fermamente convinto – lascerà scritto – che esista un solo modo per migliorare le condizioni sociali e soprattutto economiche: far sì che i principi cristiani si riflettano nelle libere cooperative». Ecco spiegato il motivo per cui Michael Klein, docente di storia della Chiesa a Heidelberg, ha intitolato Cristiano, riformatore sociale e visionario la recente biografia che gli ha dedicato. Se nel mondo tedesco Raiffeisen è molto conosciuto, se nella sola Germania ben 1.500 vie sono intitolate a lui – solo Schiller, Goethe e Mozart ne contano di più – in Italia il suo nome è molto meno noto. Eppure è grazie a lui se per milioni di poveri, dal suo tempo ad oggi, si è concretizzata la speranza di poter ricevere un prestito; un’iniziativa geniale, tant’è che nel 2016 l’idea cooperativa è stata riconosciuta come parte del patrimonio culturale immateriale dall’Unesco. Per avvicinarsi al gigante sconosciuto Raiffeisen può essere utile il romanzo biografico Un uomo vince la miseria, firmato dallo scrittore austriaco Franz Braumann, uscito nel 2016 da Ecra (Edizioni del Credito Cooperativo). Non una semplice coincidenza: è proprio a Raiffeisen che si ispirò il padre del credito cooperativo in Italia, Leone Wollenborg, cui si deve la fondazione della prima Cassa Rurale a Loreggia nel Padovano, nel 1883. «Uno startupper mutualistico», l’ha chiamato Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse nel ritratto che gli ha dedicato sul Sole 24 Ore l’1agosto 2023. Nelle parole di Wollenborg l’eco del pensiero di Raiffeisen è fortissima: « La cooperativa è l’organizzazione spontanea di una pluralità di economie particolari, dominate da un comune bisogno, per esercitare collettivamente e in modo autonomo la funzione imprenditoriale, che produce le specifiche prestazioni economiche atte a soddisfarlo». L’intuizione di Wollenborg si è rivelata a dir poco feconda: in Italia sono oltre 200 le Banche di Credito cooperativo, le Casse rurali e le Casse Raiffeisen italiane, per un totale di circa 1,4 milioni di soci. Da subito la portata innovativa dello strumento cooperativo si è dispiegata in modo da lasciare stupiti gli stessi partecipanti. In una lettera di fine ‘800 così l’arciprete di Loreggia si rivolgeva a Wollenborg: « Ammesso tra i soci della cooperativa di credito, invece di vivere di elemosina, quel contadino vive ora del suo lavoro con l’aiuto del piccolo capitale che la Cassa rurale gli affida. Tavole un tempo vuote sono piene».
Anche l’avventura di Raiffeisen prese il via in un momento di terribile carestia e di fame. Nel 1846 in tutta l’Europa si registrarono cattivi raccolti: sarà uno dei fattori che porteranno all’incendio politico del Quarantotto (l’anno in cui Marx pubblicò, insieme con Engels, il Manifesto del Partito comunista). Il nemmeno trentenne Friedrich Wilhelm Raiffeisen è il sindaco di Weyerbusch e si deve misurare con un problema più grande di lui. Insieme ad alcune persone ricche del paese fonda la Società del pane: acquista grandi quantità di grano a un prezzo particolarmente favorevole, dopo di che fa costruire un panificio comunitario in paese. Ma mentre i più abbienti pagavano la farina o il pane in contanti, ai poveri il cibo veniva dato firmando una cambiale a interesse agevolato. In questo modo si riuscì a superare la situazione di difficoltà grazie alla solidarietà reciproca. Quel panificio esiste ancora a Weyerbusch e un monumento bronzeo immortala Raiffeisen nell’atto di distribuire il pane. Successivamente, a Flammersfeld, Raiffeisen diede impulso alla Società per l’acquisto di bestiame come risposta al problema dell’usura, che egli denuncia con parole di fuoco, attualissime: «Come un predatore avido su una selvaggina braccata e stremata, così i succhia-sangue senza scrupoli e avidi si avventano sui contadini bisognosi e indifesi, sfruttando la loro inesperienza per impossessarsi gradualmente di tutta la loro ricchezza». La vera svolta avvenne a Heddesdorf, dove Raiffeisen sviluppò il modello che lo avrebbe reso celebre. Qui, nel 1862, fondò la Cassa di prestito Heddesdorf, considerata la prima vera cooperativa di credito Raiffeisen, in quanto venivano applicati quelli che diverranno i principi fondamentali del suo modello. Anzitutto i soci della cooperativa rispondevano illimitatamente con tutto il loro patrimonio: ciò garantiva la fiducia dei depositanti e delle banche maggiori, poiché il rischio era distribuito tra tutti i membri. Indipendentemente dalla quota di capitale sottoscritta, ogni socio aveva diritto a un solo voto in assemblea, il che assicurava che il controllo dell'istituzione rimanesse nelle mani della comunità evitando di finire monopo-lizzato dai soci più ricchi. Le cooperative Raiffeisen non avevano scopi di lucro: i profitti non venivano distribuiti ai soci sotto forma di dividendi, ma reinvestiti per rafforzare la cassa o destinati a scopi sociali e culturali della comunità. I prestiti venivano concessi ai soci a tassi d’interesse equi, non con l’obiettivo di massimizzare il guadagno. Infine, le cooperative Raiffeisen erano strettamente legate al territorio, elemento- chiave che favoriva la reciproca conoscenza e fiducia, riducendo il rischio di insolvenza.
Nel 1866 (l’anno precedente l’uscita del Capitale di Marx) Raiffeisen pubblica la sua opera principale Le casse di credito come mezzo per alleviare le difficoltà della popolazione rurale, degli artigiani e dei lavoratori urbani. Il contributo allo sviluppo economico-sociale portato da Raiffeisen – i capisaldi del quale, un secolo dopo, diverranno le fondamenta della Graamen Bank di Yunus in Bangladesh – non sfugge agli occhi dell’imperatore Guglielmo I, il quale lo nomina Cavaliere dell’Ordine dell’aquila nel 1884. Qualche anno dopo riceve la laurea honoris causa dall’Università di Bonn, prima di morire l’11 marzo 1888. A quella data le iniziative ispirate a Raiffeisen già stavano iniziando a diffondersi capillarmente in Europa. Oltre che in Italia, l'idea della cooperativa di credito fu esportata in Francia (dove nacquero Crédit Mutuel e Crédit Agricole), in Olanda e persino in Canada. Niente male per uno che, non potendo proseguire negli studi dopo le elementari, aveva appreso solo qualche nozione di matematica dal suo parroco.
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