Ma non è una scienza esatta
di Redazione
Perché ci colpisce tanto la notizia della separazione di Ilary Blasi e Francesco Totti? Perché sono giorni che siti internet, giornali, riviste, telegiornali e social network non parlano d’altro?

Perché ci colpisce tanto la notizia della separazione di Ilary Blasi e Francesco Totti? Perché sono giorni che siti internet, giornali, riviste, telegiornali e social network non parlano d’altro? Perché ci scandalizza la fine di un amore in una società, quella italiana, dove aumenta anno dopo anno la percentuale di separazioni e divorzi?
Perché, nonostante il crollo dei matrimoni, il fatto che anche Totti ed Ilary si siano lasciati attira la nostra attenzione?
Ce lo siamo domandati e continuiamo a domandarcelo in queste ore. Perché? In primo luogo perché di questa coppia Vip, volenti o nolenti, siamo stati tutti un po’ testimoni avendo vissuto in diretta il loro matrimonio nazionalpopolare all’Ara Coeli, le nascite e la scelta dei nomi dei figli, le lacrime per l’addio al calcio del capitano della Roma e, aumentando via via la partecipazione, l’immedesimazione. Tutto questo, rende lampante e significativo, che il matrimonio non è solo una questione privata. Non è una promessa segreta, ma una convenzione profondamente radicata nel desiderio dell’animo umano, con risvolti politici e sociali che troppo spesso ci dimentichiamo. Quel desiderio oggi apparentemente
'inconfessabile' di fedeltà troppo spesso scambiata con l’opposto della fluidità. La vita è fluida, incostante, variabile, complessa, tutto questo genera la grande affezione naturale dell’animo umano nel cercare la stabilità e la profondità delle relazioni.
Forse per questo sconvolge che proprio l’uomo dell’eterno sodalizio sportivo, abbia confessato il termine del suo sodalizio amoroso. Qui nasce l’equivoco che troppo spesso porta a credere che la fine di un matrimonio, sia la fine del matrimonio. Sarebbe come affermare che le vette siano meno alte a causa dello scioglimento dei ghiacci.
Tutti infatti desideriamo nei nostri desideri più nascosti, amare una persona per tutta la vita. Ce lo dicono i nostri sogni adolescenziali, le favole che abbiamo ascoltato da bambini. Il 'per sempre', lo stiamo vedendo con l’eco dell’amarezza di questa separazione, ha un fascino innegabile e incontrovertibile.
Non abbiamo mai incontrato nessuno che voglia sentirsi amato per un pezzetto di vita. A tempo determinato. E tra i giovani questo desiderio è ancora più forte, altrimenti non avrebbero senso i ponti delle grandi capitali europee strapieni di lucchetti. Non un post-it, non una semplice scritta con il pennarello, ma un lucchetto capace di sopravvivere alle intemperie. Un lucchetto non è esattamente il simbolo di un legame liquido, fragile, temporaneo. Tutt’altro: è sinonimo di eternità e di solidità.
Rappresenta il desiderio del 'per sempre', la tenacia di difendere qualcosa a cui si tiene. Siamo convinti, infatti, per esperienza personale diretta, che sposarsi e decidere di mettere su famiglia, prima di essere una scelta che porta dei vantaggi economico-fiscali (peraltro in Italia non porta nemmeno quelli), sia una scelta di bellezza. Se oggi ci sono delle coppie che ancora si sposano – nonostante ciò non convenga minimamente, nonostante spesso, per accedere ai servizi e vedere riconosciuti i propri diritti, sia preferibile fare delle finte separazioni – allora vuol dire che l’attrattiva del matrimonio supera le difficoltà. Vuol dire che quel sogno bambino è più forte di ogni cosa, è il desiderio non di credere, ma di realizzare le favole che ci hanno raccontato prima di addormentarci. Un desiderio che abbiamo nell’anima, ancestrale. Il sogno che anche Totti e Ilary incarnavano.
Nessun matrimonio è al sicuro. Non è una scienza esatta, ma una sfida quotidiana. Ogni famiglia lo sa, ogni famiglia lo sperimenta sulla propria pelle. Perché la separazione e il divorzio non sono l’opposto del matrimonio come si è soliti pensare. Perché concludere un legame non vuol dire annullarlo.
Perché, nonostante il crollo dei matrimoni, il fatto che anche Totti ed Ilary si siano lasciati attira la nostra attenzione?
Ce lo siamo domandati e continuiamo a domandarcelo in queste ore. Perché? In primo luogo perché di questa coppia Vip, volenti o nolenti, siamo stati tutti un po’ testimoni avendo vissuto in diretta il loro matrimonio nazionalpopolare all’Ara Coeli, le nascite e la scelta dei nomi dei figli, le lacrime per l’addio al calcio del capitano della Roma e, aumentando via via la partecipazione, l’immedesimazione. Tutto questo, rende lampante e significativo, che il matrimonio non è solo una questione privata. Non è una promessa segreta, ma una convenzione profondamente radicata nel desiderio dell’animo umano, con risvolti politici e sociali che troppo spesso ci dimentichiamo. Quel desiderio oggi apparentemente
'inconfessabile' di fedeltà troppo spesso scambiata con l’opposto della fluidità. La vita è fluida, incostante, variabile, complessa, tutto questo genera la grande affezione naturale dell’animo umano nel cercare la stabilità e la profondità delle relazioni.
Forse per questo sconvolge che proprio l’uomo dell’eterno sodalizio sportivo, abbia confessato il termine del suo sodalizio amoroso. Qui nasce l’equivoco che troppo spesso porta a credere che la fine di un matrimonio, sia la fine del matrimonio. Sarebbe come affermare che le vette siano meno alte a causa dello scioglimento dei ghiacci.
Tutti infatti desideriamo nei nostri desideri più nascosti, amare una persona per tutta la vita. Ce lo dicono i nostri sogni adolescenziali, le favole che abbiamo ascoltato da bambini. Il 'per sempre', lo stiamo vedendo con l’eco dell’amarezza di questa separazione, ha un fascino innegabile e incontrovertibile.
Non abbiamo mai incontrato nessuno che voglia sentirsi amato per un pezzetto di vita. A tempo determinato. E tra i giovani questo desiderio è ancora più forte, altrimenti non avrebbero senso i ponti delle grandi capitali europee strapieni di lucchetti. Non un post-it, non una semplice scritta con il pennarello, ma un lucchetto capace di sopravvivere alle intemperie. Un lucchetto non è esattamente il simbolo di un legame liquido, fragile, temporaneo. Tutt’altro: è sinonimo di eternità e di solidità.
Rappresenta il desiderio del 'per sempre', la tenacia di difendere qualcosa a cui si tiene. Siamo convinti, infatti, per esperienza personale diretta, che sposarsi e decidere di mettere su famiglia, prima di essere una scelta che porta dei vantaggi economico-fiscali (peraltro in Italia non porta nemmeno quelli), sia una scelta di bellezza. Se oggi ci sono delle coppie che ancora si sposano – nonostante ciò non convenga minimamente, nonostante spesso, per accedere ai servizi e vedere riconosciuti i propri diritti, sia preferibile fare delle finte separazioni – allora vuol dire che l’attrattiva del matrimonio supera le difficoltà. Vuol dire che quel sogno bambino è più forte di ogni cosa, è il desiderio non di credere, ma di realizzare le favole che ci hanno raccontato prima di addormentarci. Un desiderio che abbiamo nell’anima, ancestrale. Il sogno che anche Totti e Ilary incarnavano.
Nessun matrimonio è al sicuro. Non è una scienza esatta, ma una sfida quotidiana. Ogni famiglia lo sa, ogni famiglia lo sperimenta sulla propria pelle. Perché la separazione e il divorzio non sono l’opposto del matrimonio come si è soliti pensare. Perché concludere un legame non vuol dire annullarlo.
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