La vana lotta dei piloti in volo contro il software senza dubbi

L’intelligenza artificiale non cedeva il comando: 157 uomini atterriti a bordo capivano che stavano precipitando, ma il computer no
April 5, 2019
La vana lotta dei piloti in volo contro il software senza dubbi
Sono stati sei minuti di battaglia fra due uomini e un’intelligenza artificiale. Sei concitati, disperati minuti di dialogo fra i piloti del volo Ethiopian Airlines 302 e il computer di bordo del Boeing 737 Max 8. «Non si è trattato di un errore umano, ma di un problema di software», ha dichiarato la ministra dei Trasporti etiope, anticipando i risultati dell’analisi della Aviazione civile dopo il disastro del 10 marzo, 157 morti.
Il Boeing era decollato da Addis Abeba alle 8.38 del mattino. 44 secondi dopo i sensori «degli angoli d’incidenza di sinistra e destra iniziano a registrare valori discordanti», afferma il dossier. Un sensore segna un angolo di 15 gradi, l’altro di 75, e fa scattare il sistema antistallo. 8.39, dal Boeing chiedono alla torre l’autorizzazione a rientrare. Nell’arco di 8 secondi, tre allarmi traversano acuti la cabina. Il rischio di schianto è imminente. In quei secondi i piloti cercano in tutti i modi di risollevare coi comandi manuali l’apparecchio. Una volta, niente. Una seconda, nemmeno. Possiamo immaginarci lo scambio di ordini urlati, il frenetico azionare leve e bottoni. Un ultimo tentativo, disperato e vano. A mille all’ora verso terra. Un boato: 8 e 43 minuti, tutti morti.
«Un problema di software». Il computer aveva registrato dai sensori dei dati scorretti, e tetragono procedeva a elaborarli. Sotto agli occhi attoniti dei piloti l’aereo interrompeva la salita, si inclinava. I due forse, ora, increduli: potevano correggere la rotta, ma il computer non lo ammetteva. Un ammutinamento: l’intelligenza artificiale non cedeva il comando. 157 uomini atterriti a bordo capivano che stavano precipitando, ma il computer no. Come se alla sua memoria e potenza straordinaria mancasse qualcosa: la percezione della realtà. La capacità di vedere una realtà diversa da quella (erroneamente) calcolata. I piloti avrebbero forse potuto impedire la tragedia, ma la macchina li ha esautorati.
Anche gli uomini sbagliano, certo, e spesso. Però raggela il pensiero di quei sei minuti di battaglia strenua con una macchina intelligente e cieca. Non sono programmati per il dubbio, i computer. Gli uomini invece sì, per fortuna. Guardano la realtà, riflettono. Talvolta, cambiano strada.

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