Il ristorante che non vuole i bambini ci offre un antipasto di futuro

Buon segno se un locale esclude i piccoli: significa che di bambini ne nascono ancora. Presto i cartelli "No Kids" non serviranno più. Perché sono già appesi da tempo all'ingresso delle
August 30, 2025
Il ristorante che non vuole i bambini ci offre un antipasto di futuro
Icp | -
Dovremmo, se non proprio rallegrarci, forse almeno sentirci un tantino sollevati dal fatto che qualcuno ancora avverte il bisogno di impedire l’ingresso a un ristorante sul mare ai bambini, come si è letto in questi giorni. Significa quantomeno che di bambini ne nascono ancora, e che un po’ di rumore di fondo lo continuano a produrre, per quanto oggettivamente fastidioso se frutto dell’abdicazione genitoriale. Tranquilli: tempo qualche anno, a colpi di venti-trentamila nati in meno, e di cartelli “No Kids” nessuno avvertirà più l'urgenza. I pochi bimbi in circolazione allora avranno bisogno, chissà, di strutture di vacanza esclusive loro dedicate, perché, come è giusto, continuino a condividere spazi e giochi con simili e coetanei sempre più rari, e non quali unici germi di speranza e futuro lasciati a vagare in una distesa di lettini occupati da adulti e anziani. Mentre quei pochi che mamme e papà costringeranno ancora a una tavola apparecchiata, è facile immaginarli incapsulati in visori 3D, logica evoluzione della lobotomia per mezzo di tablet e smartphone.
In ogni caso, pur impegnandosi a trovare un lato positivo nella sorpresa, è sempre un po’ triste venire a sapere che come i cani o altre bestie, o i diesel nelle aree urbane, anche i cuccioli dell’uomo possano incontrare divieti d’accesso. Anche perché l’ultimo caso di cronaca arriva da un bagno sulla riviera romagnola, Milano Marittima, terra, e sabbia, che ai bambini deve gran parte della sua (declinante: non sarà un caso?) fortuna. È il segno inevitabile dei tempi. Ragionare su concessioni e balneari non aiuta, porterebbe troppo lontano. Al fatto che ad esempio la spiaggia più bella per un bambino è quella libera, e che dalle 11 alle 17 è meglio non andarci per niente. O che sotto una certa età bastano un prato e una canna dell’acqua perché sia vera estate. Ci sta, però, il diritto alla quiete. E aumentando in modo spropositato il numero di chi bambini e bambine non li cresce e non vuole immischiarsi, oppure ha già dato, si capisce il bisogno di spazi riservati. Luoghi puliti e ordinati, senza schiamazzi. Magari una coppia di genitori vuol passare una settimana in tranquillità, perché i nonni danno una mano, e potrebbe non farcela a confrontarsi con i modelli educativi altrui, ad esempio discendenti di chi si incolla in autostrada e lampeggia, o cose così. Però, però… Però, diciamo che anche volendola metterla bene, a essere comprensivi, c’è qualcosa che stona sempre quando uno spazio vicino a dove si respira aria, che sia di mare, di monti o di campagna, si chiude ai bambini e alle bambine.
Per quanto movimento facciano, ci sta la libertà di chiedere che stiano buoni e buone, dir loro in certi momenti di riposare, anche se non sono figli nostri. È la vita come dovrebbe essere, non come la stiamo spegnendo. Non tutti i posti sono per bambini, chiaro, e si soffre nel vederli condotti ovunque desiderino stare i loro genitori nei casi in cui l’urlo della loro nascita non è riuscito a provocare un minimo vento di cambiamento, ma tutti dovremmo riuscire a “convivere” con l’entropia di un bambino. Perché è il passo dell’esistenza, da sempre. Un giorno un guru dei social dirà che l’esercizio aiuta, magari che fa bene allo spirito e alla ricerca di sé, o ad addominali e glutei, e allora forse ci capiremo. Per intanto qualche domanda dovremmo porcela di fronte al curioso e inspiegabile razzismo generazionale che si manifesta sempre ed esclusivamente nei confronti della giovanissima età: nessuno per fortuna proibirebbe una spiaggia o un ristorante a chi ha più di 80 anni, o a quelli dai 30 ai 50 non accompagnati, e invece ai piccoli sì. La realtà è che il cartello “No Kids” lo abbiamo appeso da tempo sulla porta d’ingresso delle nostre società, ricorda la cronaca, non solo in quel bagno o in quel locale. È questo che disturba e fa male veramente. Fino a chiederci: sicuri che vada tutto bene?

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