Genitori nordici, vietato alzare la voce

Federica Pepe, milanese cresciuta sul lago di Garda, ha costruito la sua famiglia in Svezia e con il diploma di "tagesmutter" racconta ora un diverso approccio educativo. Ecco la sua ricetta
February 7, 2024
Se letto con la lente del pregiudizio, il titolo “Educazione nordica” potrebbe evocare una metodologia severa e rigida. Invece è tutt’altro: nel volume appena pubblicato da Sperling e Kupfer, Federica Pepe vuole presentare tutti i vantaggi dell’educazione dolce scandinava, che aiuta i bimbi a crescere serenamente e a diventare adulti autonomi e consapevoli. «Credo nell’educazione outdoor e aiuto altri genitori a crescere bambini all’aperto, senza aver paura del freddo, liberi di sporcarsi e indipendenti, liberi da sculacciate e urla», scandisce l’autrice nel suo sito www.mammainsvezia.com e nell’omonimo profilo Instagram che conta oltre 125 mila seguaci.
Ma da dove nasce la passione di questa donna classe ’92 per i Paesi scandinavi e il loro approccio pedagogico? Nata a Milano e cresciuta a Peschiera del Garda, laureata in Scienze motorie con la specializzazione nel percorso elettivo educativo, ha concluso poi due corsi di perfezionamento universitari: uno sull’attività motoria dei bambini da 0 a 6 anni, «nel quale ho avuto modo di affrontare nozioni di educazione nordica/outdoor con una insegnante norvegese (nel 2014 le sue lezioni erano incentrate sul metodo nordico delle scuole e degli asili del Nord Europa); il secondo mi ha dato l’opportunità di conseguire il diploma in educatrice prenatale e neonatale. Mi sono poi specializzata in outdoor education. Ho lavorato in Italia in nidi privati e in Svezia in una “förskola”, asilo nido e materna insieme. Nel 2017 ho conseguito il diploma di “tagesmutter”, figure nate in Nord Europa che accolgono in casa loro, come un asilo nido familiare, bambini tra i 3 mesi e i 13 anni».
Mentre viveva in Inghilterra per lavoro, Federica ha conosciuto il suo compagno svedese Joakim: «Abbiamo fatto match su Tinder, app di incontri», ricorda. Si trasferisce in Svezia nel 2019 e a febbraio 2021 nasce il loro primogenito, Leonard Filip. Oggi Federica lavora saltuariamente (a chiamata) come educatrice in un asilo nido e racconta sui social l’approccio svedese alla crescita e cura dei bambini, ma non solo. «Quella nordica è una filosofia che non si limita a offrire consigli per aiutare i genitori a compiere le scelte migliori. Riguarda i piccoli ma anche i grandi, e vede al centro un concetto semplice: occorre trattare i bambini come piccoli esseri umani meritevoli di rispetto e fiducia». Con il tempo e l’esperienza, racconta Federica, «ho capito che un metodo educativo nordico esiste. Non prevede dei chiari “si fa così” messi a punto da esperti e studiosi dell’argomento, in modo che vengano poi trasmessi a genitori ansiosi. È un approccio educativo nato spontaneamente, modellato sui valori, le convinzioni, la cultura di quell’ampia area del mondo chiamata Scandinavia. È una filosofia basata sulla dolcezza, dove la comunicazione ha un ruolo fondamentale e la fiducia, l’empatia e il rispetto sono centrali».
Al bando, quindi, ansie e aspettative genitoriali: «In Svezia difficilmente vedrete genitori urlare o alzare la voce. Al contrario, li troverete chini sulle ginocchia per mettersi al livello dei più piccoli, impegnati a parlare, magari a spiegare perché qualcosa si può fare e qualcos’altro invece no. Li sentirete anche raccontare le proprie emozioni, ammettere di essere stanchi o di essere rimasti male per una certa situazione». Ancora, il ruolo di mamme e papà è segnato dall’attribuire responsabilità ai piccoli: «Vedrete bambini coinvolti nella vita quotidiana, incoraggiati a dare il proprio contributo ogni volta che è possibile, per esempio preparandosi per uscire o sistemando i giocattoli. L’autonomia è insegnata e incoraggiata. Vi sembreranno bambini lasciati liberi: di provare, di sbagliare, semplicemente di fare. Liberi dalle sgridate e dagli ordini imposti, perché i piccoli svedesi vengono educati soprattutto con l’esempio. Il rispetto lo imparano vedendolo praticato dai più grandi, dai genitori e dagli adulti».
Il sottotitolo del volume recita: “Il segreto dei genitori svedesi per crescere bambini consapevoli e sereni”. Però non si tratta di una bacchetta magica, chiarisce l’autrice: «Sono stanca anch’io e anche il mio bambino alle volte è difficile. Ma diventare mamme o papà significa anche tirare fuori il meglio di noi stessi e crescere esseri umani che possano essere la migliore versione di sé. Anche le mamme e i papà svedesi sono esseri umani. Anche a loro capita di sentirsi stanchi, abbattuti, di arrabbiarsi. Gestire tutte queste emozioni non è facile né per loro, né per me: non siamo sempre in grado di dare il nostro meglio tutto il giorno, tutti i giorni. Eppure la genitorialità gentile è quella che prevale, nonostante i momenti di stanchezza e di debolezza».

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