martedì 13 maggio 2025
Servono percorsi formativi specifici per tecnici, ingegneri e operatori del settore. Protocollo d'intesa tra Rse e Cnr-Ino sulla fusione
Protocollo d'intesa sulla fusione nucleare tra Rse e Cnr-Ino

Protocollo d'intesa sulla fusione nucleare tra Rse e Cnr-Ino - Archivio

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La prospettiva dello sviluppo del nucleare sostenibile di ultima generazione rappresenta una scelta strategica per garantire autonomia energetica al nostro Paese, creare occupazione e ridurre, al tempo stesso, il peso delle bollette per famiglie e imprese. Secondo le stime di EY, lo sviluppo del nuovo nucleare in Europa e Italia potrebbe generare un mercato complessivo di circa 46 miliardi di euro per la filiera industriale italiana, con un valore aggiunto di 14,8 miliardi di euro e la creazione di 117mila nuovi posti di lavoro. Risulta dunque cruciale puntare a un piano di sviluppo delle competenze per coprire l’intero spettro di figure professionali necessarie attraverso, per esempio, percorsi formativi specifici per tecnici, ingegneri e operatori del settore, con particolare attenzione alla progettazione e costruzione di impianti, alla gestione operativa dei reattori e allo smaltimento sicuro dei rifiuti radioattivi o ancora facendo leva sulla formazione di profili provenienti dagli Its-Istituti tecnici superiori. Facendo un paragone con gli altri Paesi europei, in Europa l'energia nucleare gioca un ruolo cruciale nella transizione energetica. La Francia ha una capacità nucleare installata di circa 61 GW, coprendo il 70% della domanda elettrica nazionale. La Germania, invece, ha deciso di disattivare le proprie centrali nucleari entro il 2022, ma sta valutando la possibilità di riaprire il dibattito sul nucleare a causa delle crescenti preoccupazioni per la sicurezza energetica e la decarbonizzazione.

«La strada per la decarbonizzazione richiederà l'adozione di una varietà di fonti energetiche per soddisfare la domanda di energia in modo sostenibile e sicuro - spiega Paola Testa, EY Europe West Energy & Resources Consulting Leader -. In questo contesto, l'energia nucleare sta emergendo come uno strumento essenziale nel contrastare il cambiamento climatico. Per questo, anche in Italia, risulta determinante la collaborazione tra il mondo istituzionale, accademico e industriale per consolidare il percorso verso la transizione energetica di cui questa energia ne rappresenta il futuro. Le prospettive per il 2025 indicano che gli investimenti nel nucleare potrebbero avere un impatto economico complessivo di 50,3 miliardi di euro, beneficiando di 35,5 miliardi di ricadute indirette e indotte, con un risparmio annuo stimato tra otto e dieci miliardi di euro sulle importazioni di energia».

L’Italia sta intraprendendo un percorso legislativo volto a riconsiderare l’energia nucleare come una risorsa strategica all’interno del proprio mix energetico, in linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione e sicurezza energetica. Il disegno di legge recentemente approvato, si inserisce, infatti, in un contesto normativo europeo che disciplina la sicurezza nucleare, la gestione dei rifiuti radioattivi e la promozione di fonti energetiche a basse emissioni. «Il disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri il 28 febbraio 2025 rappresenta un passo significativo verso la sostenibilità energetica. L'energia nucleare, se gestita in modo sicuro e responsabile, può contribuire alla riduzione delle emissioni di carbonio e garantire una fonte energetica stabile che possa affiancare le rinnovabili e mantenere stabile la baseline produttiva. I futuri decreti legislativi dovranno abilitare anche investimenti e fondi per la creazione di piattaforme di sviluppo tecnologico che si muovano nella realizzazione di alleanze industriali a presidio e protezione della filiera energetica e nucleare italiane ed europea. D'altronde, l’investimento nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie avanzate, come la fusione nucleare realizzabile in un futuro non troppo lontano, potrebbe portare a innovazioni cruciali per il futuro energetico del Paese», aggiunge Testa.

Grazie a una rete di partnership italiane ed europee che favoriscono la crescita e l'innovazione nel settore, il Paese sta consolidando il proprio ruolo come attore di primo piano nello sviluppo delle tecnologie nucleari avanzate e punta a definire una strategia per il reintegro dell’energia nucleare nel mix energetico entro il 2027 e a coprire tra l'11% e il 22% della domanda elettrica nazionale entro il 2050. In questo contesto, gli Smr-Small Modular Reactors, reattori avanzati con una capacità massima di 300 MWe per unità, ovvero circa un terzo della potenza di un reattore convenzionale), rappresentano una delle opzioni più promettenti per il rilancio del nucleare in Italia, grazie alla loro flessibilità e ai potenziali vantaggi in termini di sicurezza

Anche per Confcommercio si tratta di soluzioni moderne, flessibili e innovative che potranno assicurare maggiore sicurezza operativa grazie a sistemi di controllo avanzati che minimizzano i rischi e aumentano l’affidabilità degli impianti. L’integrazione strategica delle tecnologie nucleari di ultima generazione con le fonti di energia rinnovabile rappresenta una sfida strategica che offre all’Italia l’opportunità di affermarsi come leader nella transizione energetica globale, garantendo un sistema sicuro, sostenibile e resiliente. Resta tuttavia ferma la necessità, nel breve periodo, di mettere in campo interventi immediati, tanto a livello nazionale che europeo, per stabilizzare i prezzi dei valori delle materie prime energetiche, a cominciare dalla revisione degli oneri generali di sistema che, per le imprese del terziario, incidono per il 26% sulla bolletta elettrica.

Fusione nucleare, protocollo d'intesa tra Rse e Cnr-Ino

Rse e Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche hanno siglato un accordo di collaborazione per sviluppare congiuntamente studi, attività di ricerca e sperimentazione nel campo della fusione nucleare per confinamento inerziale. Il protocollo mira a realizzare attività di ricerca e a promuovere lo sviluppo di tecnologie innovative per la produzione di energia da fusione nucleare a confinamento inerziale attraverso laser di alta potenza, con lo scopo di incrementare le conoscenze scientifiche in un settore strategico per la transizione energetica. L'accordo, della durata di 36 mesi, vedrà Rse e Cnr-Ino collaborare utilizzando infrastrutture di eccellenza, come i laboratori di caratterizzazione meccanica e strutturale dei materiali di Rse e l'Intense Laser Irradiation Laboratory del Cnr-Ino.

«Questo accordo segna un importante passo avanti nella ricerca sulla fusione nucleare, tra le tecnologie più sfidanti per garantire al nostro Paese un sistema energetico sostenibile e competitivo - dichiara Franco Cotana, amministratore delegato di Rse -. La collaborazione con il Cnr-Ino si inserisce in un percorso avviato da Rse sul tema della fusione nucleare a confinamento inerziale, che dopo l’accordo con Blue Laser Fusion del premio Nobel Shuji Nakamura, ci vede coinvolti in un crescente impegno per lo sviluppo di competenze e di tecnologie in questo ambito, confermando l’importante ruolo della ricerca e di Rse per il futuro energetico mondiale».

A valorizzare l’iniziativa anche Paolo De Natale, direttore di Cnr-Ino: «L'Istituto nazionale di ottica ha sviluppato con il Pnrr la più grande Infrastruttura di ricerca italiana nell'ambito della fotonica, che include l'infrastruttura laser ad alta energia. Le competenze e le strumentazioni sviluppate saranno essenziali per la sperimentazione italiana nell'ambito della fusione inerziale».

Le attività di ricerca si concentreranno su simulazioni avanzate, generazione di particelle ad alta energia, sviluppo di sistemi di misura e diagnostica dei plasmi laser, oltre all’utilizzo dell'intelligenza artificiale per l'ottimizzazione della gestione e dell’utilizzo di dati in facility laser ad alta ripetizione (high repetition rate laser facilities).

Per Luciano Martini, direttore del Dipartimento Tecnologie di Generazione e Materiali di Rse, «la formalizzazione della collaborazione tecnico-scientifica già in essere tra Rse e Cnr-Inpo rappresenta un passo molto importante verso la creazione della strategia nazionale per l’accrescimento di conoscenze e competenze per lo sviluppo della fusione a confinamento inerziale in Italia e in Europa».

«Questo accordo contribuirà a sviluppare attività di ricerca e formazione fondamentali per consolidare il ruolo di leadership della nostra comunità scientifica in vista dell’imminente avvio del programma HiPER+ per l’energia da fusione inerziale in Europa», conclude Leonida Antonio Gizzi, Head dell’Intense Laser Irradiation Laboratory e coordinatore delle attività su Fusione Inerziale presso Cnr-Ino.



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