La Ue vede nero sull'Italia. Crescita al palo, sale il deficit

Disavanzo al 3,5% se non aumenta l'Iva. Il nostro Paese ultimo per Pil e investimenti. Moscovici: Procedura? Si decide a giugno
May 6, 2019
La Ue vede nero sull'Italia. Crescita al palo, sale il deficit
Il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici
Un "buco" di circa 12 miliardi di euro. A guardare in termini matematici le cifre sull’Italia contenute nelle Previsioni economiche di primavera pubblicate ieri dalla Commissione Europea, si tratta del divario rispetto a quanto richiesto dall’Ue per il biennio 2018-2019. Certo, non è probabile che alla fine Bruxelles chiederà una manovra correttiva di tali dimensioni, ma è un dato che fotografa il dérapage dei conti pubblici. «Senza dubbio bisognerà ritornarci – ha detto il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici –, la Commissione inizierà a valutare la conformità degli Stati membri con le regole di bilancio nel quadro del pacchetto di primavera che sarà pubblicato a inizio giugno (il 5,ndr)». Quasi certamente in quell’occasione la Commissione pubblicherà anche il rapporto sul debito dell’Italia.
Bruxelles ha limato di uno 0,1% le previsioni di crescita italiana sia per il 2019 (dallo 0,2% di febbraio allo 0,1%), sia per il 2020 (dallo 0,8% allo 0,7%). Cifre in linea con quelle tendenziali del Def (a livello programmatico il governo Conte prevede rispettivamente lo 0,2% e lo 0,8%). Limata è anche la crescita dell’Eurozona, dall’1,3% all’1,2% per il 2019 e dall’1,6% all’1,5% nel 2020. «La crescita molto debole – dice Moscovici – ha un impatto sui conti».

Bruxelles per il 2019 prevede poi un deficit al 2,5% del Pil, contro il 2,4% del Def e il 2,04% concordato a dicembre tra governo e Commissione. Il debito è dato per quest’anno al 133,7% del Pil, contro il 132,6% del Def (e il 132,2% del 2018).
La grande divergenza è però sul 2020: Bruxelles stima un deficit al 3,5% contro il 2% del Tesoro; e un debito addirittura al 135,2% contro il 131,3% del Def. Questo perché la Commissione ritiene che non scatterà l’aumento dell’Iva nel 2020, né si troveranno altrove i 23 miliardi di euro necessari (eventualità per la quale anche il Tesoro arriva a cifre simili). Inoltre la Commissione considera quasi nullo il gettito delle privatizzazioni, stimato a 5,5 miliardi di euro dal governo per il prossimo anno. Il documento avverte del resto che «la spesa è destinata ad aumentare in modo significativo per l’introduzione del reddito di cittadinanza e varie misure sulle pensioni». Peraltro, secondo Bruxelles il reddito farà salire la disoccupazione all’11% nel 2020 (dal 10,6% del 2018 e 10,9% del 2019) solo per un fatto statistico, perché «indurrà più persone a registrarsi come disoccupati».
L’elemento determinante è però il deficit strutturale (al netto di fattori ciclici e una tantum), cruciale per ridurre il debito: peggiora dello 0,1% del Pil nel 2018 e dello 0,2% nel 2019 (il governo a dicembre aveva promesso un pareggio). Stando alle raccomandazioni Ue l’Italia avrebbe invece dovuto ottenere un miglioramento sul biennio 2018-2019 di almeno lo 0,4%: uno scostamento dello 0,7%, ed ecco i 12 miliardi.

Quasi certamente la Commissione scriverà una lettera a Roma per chiedere se vi siano «ragioni rilevanti» per giustificare l’aumento del debito. La grande incognita è se il 5 giugno proporrà una procedura o invece si limiterà a fotografare la situazione, lanciando la palla ai ministri delle Finanze all’Eurogruppo (dove vari Stati, Olanda in testa, sono sul piede di guerra con l’Italia). La percezione è che la Commissione, ormai a fine mandato (scade il 31 ottobre), non abbia voglia di un nuovo scontro con il governo.
Il passaggio-chiave dovrebbe in realtà essere in autunno, quando il governo dovrà presentare la legge di Bilancio per il 2020, che si preannuncia "lacrime e sangue" se davvero vorrà evitare un deficit oltre il 3 per cento.

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