Dalla programmazione al potenziamento dei servizi
Ogni anno coinvolge circa 200mila espositori, genera lavoro - gli occupati diretti sono almeno 3.700 - e affari per 60 miliardi di euro

Rafforzamento del ruolo dell’Aefi-Associazione esposizioni e fiere italiane in Italia e all’estero, internazionalizzazione del sistema fieristico italiano e potenziamento dei servizi. Sono le tre principali direttrici contemplate dal Piano di programmazione e sviluppo 2025 deliberato dal Consiglio di amministrazione dell’Aefi. Per quanto riguarda il calendario 2025, si prevedono oltre 260 rassegne internazionali e 205 nazionali. Mentre le fiere locali e regionali saranno 400. Secondo un’indagine, le 831 manifestazioni dell'anno scorso hanno attirato quasi 18 milioni di visitatori (+6,1% sul 2023) di cui 1,3 dall’estero (+4,2%). Una crescita di operatori perlopiù professionali determinata in particolare dalle 289 fiere internazionali e dalle 226 nazionali realizzate per favorire il business di tutti i principali comparti del made in Italy. È di 10,4 milioni (+7% sull’anno passato) la superficie totale venduta a quasi 140mila espositori, di cui 23mila esteri.
Le fiere italiane sono uno strumento di grandissima importanza per la nostra economia: ogni anno coinvolgono circa 200mila espositori, generano lavoro -
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li occupati diretti sono almeno 3.700 -
e affari per 60 miliardi di euro e danno origine al 50% delle
esportazioni delle imprese che vi partecipano. Numeri importanti che crescono se consideriamo anche l’indotto come trasporti, ricettività e ristorazione. Sono tante le professioni coinvolte nella gestione di una fiera:
organizzatore, esperto di logistica fieristica, hostess, progettista di allestimento, allestitori (carpentieri, tappezzieri, grafici), responsabili commerciali, responsabili marketing.
«Sono numeri – spiega il presidente di Aefi
Maurizio Danese
- che se da una parte ribadiscono il valore strategico in favore dell’export del prodotto Italia, dall’altra evidenziano come le fiere siano in grado di generare valore sui territori, quantificabile in 22,5 miliardi di euro l’anno, per un valore aggiunto stimato in 10,6 miliardi di euro pari allo 0,7% del Pil. Per essere ulteriormente efficaci serve ora attivare una partnership pubblico-privata in grado di mettere a terra una piattaforma comune per presentare le nostre manifestazioni all’estero. Una esigenza non più derogabile e in linea con quanto i competitor esteri stanno già attuando. Sarebbe un’occasione mancata se il made in Italy, secondo brand al mondo per qualità percepita, non potesse contare su un vettore di bandiera per l’internazionalizzazione con eventi proprietari nelle aree strategiche del mondo».
Principale compagine del settore fieristico e degli eventi attiva nei tavoli istituzionali dedicati alla promozione, internazionalizzazione del
made in Italy
e alla politica industriale del Paese, Aefi punta ad aumentare ulteriormente la propria quota di rappresentatività del comparto che oggi conta 60 associati (40 quartieri in cui si svolge il 96% delle manifestazioni internazionali e 20 organizzatori). L’obiettivo, da centrare principalmente attraverso l’ingresso di nuovi operatori, quartieri e organizzatori, prevede anche la concretizzazione di nuove partnership con associazioni di settori affini e complementari alle fiere e agli eventi (congressuali e allestitori), così da completare la filiera a favore di una regia condivisa sia in termini di istanze che progettuali.
Sul fronte dell’internazionalizzazione dell’industria fieristica italiana, il Piano di programmazione accelera sulla messa a terra di
Aefi global network
, una piattaforma a supporto del lancio di manifestazioni e fiere all’estero. Secondo quanto deliberato dal Cda, spiega il presidente Aefi, «il progetto prevede un accordo/protocollo tra l’Associazione e i soci Aefi con piattaforme già esistenti all’estero, a cui si aggiunge il coinvolgimento di partner ministeriali e istituzionali preposti alle politiche di promozione. Si tratta di uno strumento finalizzato a erogare servizi di supporto operativo e organizzativo ai player italiani - quartieri ma anche organizzatori - che intendono posizionarsi sulle piazze internazionali, salvaguardando la proprietà intellettuale dei singoli brand fieristici». In questo contesto rientra anche
Aefi for Africa
, ossia l’insediamento di una commissione per esplorare concretamente e congiuntamente le opportunità di sviluppo fieristico nel Continente secondo le linee del Piano Mattei.
Tra le principali azioni di Aefi di quest’anno, la realizzazione di una sorta di libro bianco contenente la proposta di uno specifico impianto normativo
ad hoc
per il settore, propedeutico alla formulazione di un Testo unico delle fiere. Priorità anche all’avvio di un tavolo con il ministero del Turismo per mettere a sistema sinergie e progetti volti ad aumentare il segmento del turismo fieristico alto spendente che, in Italia, vale oltre dieci miliardi di euro l’anno (
studio Aefi-Prometeia
).
Più servizi collegati alle fiere
Il 2025 sarà l’anno del riassetto organizzativo dell’Aefi per rinforzare l’area dei servizi in chiave di monitoraggio/osservatorio del settore implementando analisi congiunturali e ricerche, di lobby e di education, con Aefi che si candida a diventare il principale veicolo di formazione in ambito fieristico e collettore dell’offerta disponibile. Nasce il Gruppo di lavoro congiunto Aefi - Federcongressi&eventi. A sancirlo è il protocollo di intesa siglato dai vertici delle due principali associazioni italiane di rappresentanza rispettivamente del settore fieristico e della meeting industry del nostro Paese. Alla base dell’accordo, l’obiettivo comune di creare una rete sinergica per la crescita congiunta di due comparti economici fondamentali per la promozione del made in Italy e della Destinazione Italia.
Per Danese, «l’accordo si inserisce nel quadro del Piano di programmazione e sviluppo 2025. La partnership con Federcongressi&eventi è una ulteriore tessera fondamentale di un mosaico collaborativo strategico per potenziare la rappresentanza dell’industria degli eventi, fieristici e congressuali, attraverso una regia progettuale condivisa anche in termini di istanze».
«Da tempo siamo impegnati nel promuovere sinergie e scambio di opportunità con altre organizzazioni del settore Mice e di settori a esso collegati supportando e favorendo così la crescita del comparto degli eventi business. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce la firma del protocollo di intesa con Aefi, volto a generare valore per entrambi», conclude la presidente di Federcongressi&eventi
Gabriella Gentile
Il Gruppo di lavoro Aefi-Federcongressi&eventi sarà composto da un massimo di tre persone per ciascuna delle due compagini e avrà il compito di concretizzare la cooperazione su quattro linee di azione: rappresentanza (incremento dei rapporti con gli interlocutori istituzionali per la valorizzazione delle filiere rappresentate), formazione, analisi e ricerche e networking tra i player dei due settori.
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