Documenti falsi per migrare in nord Europa, un arresto
di Redazione
L'uomo, un eritreo da 20 anni in Italia, accompagnava in aeroporto gli immigrati ai quali dava tutte le indicazioni. È stato fermato a Malpensa mentre stava per partire per Istanbul
La Polizia di Bergamo ha arrestato un uomo di origine eritrea per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e concorso nella produzione di documenti falsi validi per l'espatrio. L'arresto arriva dopo un'indagine coordinata dalla Procura di Bergamo, avviata dalla Squadra mobile con i poliziotti dell'Ufficio di Polizia di frontiera allo scalo di Orio al Serio (Bergamo) che hanno arrestato, tra maggio e luglio, sei eritrei perché in possesso di documenti falsi apparentemente prodotti in Europa; per lo più carte di identità spagnole, belga, svedesi. Dalle indagini è emerso che le prenotazioni dei vari biglietti erano effettuate da una sola persona, sempre con la stessa casella di posta elettronica e con la stessa carta di credito.
Gli investigatori sono quindi risaliti all'eritreo, un 47enne residente a Milano, con diversi precedenti per reati contro il patrimonio e falsità; l'uomo, da circa 20 anni in Italia, era in possesso di titolo di soggiorni per protezione sussidiaria. Era lui, in particolare, che accompagnava in aeroporto gli immigrati ai quali forniva indicazioni fino alla successiva fase di imbarco. Le indagini, con intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche hanno ricostruito le posizioni di nove persone che, con la documentazione falsa, una volta entrati in Italia clandestinamente hanno lasciato o tentato di lasciare il territorio nazionale con destinazione Nord Europa.
Nella giornata di ieri, visto che stava per lasciare l'Italia con un documento falso, è stata quindi eseguita la misura cautelare personale in carcere emessa dal Tribunale di Bergamo. L'uomo è stato fermato all'imbarco della frontiera dell'aeroporto di Malpensa mentre era diretto ad Istanbul, e portato nella casa circondariale di Bergamo. In casa sua è stato sequestrato materiale per la confezione di documenti e la carte di credito utilizzata per le transazioni. Le indagini proseguono per capire la reale portata del fenomeno e identificare eventuali complici.
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