L'emozione di stare sullo stesso palco con Francesco
sabato 26 gennaio 2019

Che giornata, oggi! Rappresentare la propria nazione e l’Europa musicale sul palco internazionale con il Papa seduto lì a pochi metri da te non è esattamente qualcosa che capita tutti i giorni! Nel backstage c’è un misto di nazionalità e sfaccettature artistiche meravigliosamente differenti e allo stesso tempo complementari: cantanti lirici, folk, pop, rap, ballerini di ogni tipo, presentatori, presentatrici e chi più ne ha più ne metta. E poi c’è una rock band di italiani che qui ha fatto amicizia davvero con tutti: chiacchiere, abbracci, preghiere insieme, risate, condivisioni.

La nostra esibizione è quella che dà il via all’arrivo di papa Francesco, una mezz’ora piena di energia e gioia. E poi un boato: eccolo, papa Francesco! Non mi abituerò mai. La prima volta fu il giovedì della Gmg a Rio, nel 2013. Poi Assisi e Cracovia sul palco insieme, infine quest’estate al Circo Massimo… E ora qui a Panamà. Dopo il suo arrivo, gli diamo il benvenuto con l’intramontabile canzone italiana Emmanuel, del caro amico Marco Mammoli, che canto assieme ad altri 5 artisti internazionali, ognuno in rappresentanza del proprio continente.

E poi, a fine canzone, mentre il vento comincia ad alzarsi, mi siedo qui sul palco per il momento più importante. Come le decine di migliaia di giovani qui fuori, anche io sono in trepidante attesa di una Parola che illumina la vita. Parola che oggi il Papa trasmette in modo straordinariamente chiaro ed efficace, prendendoci tutti per mano, dapprima emozionandoci con la citazione e il saluto a papa Benedetto XVI, e poi portandoci a sperimentare un silenzio quasi mistico in una particolare comunione con Maria. Perché ognuno di noi, come lei, apra il cuore con umiltà e fiducia per permettere a Dio di compiere in noi la sua parola. (5. continua)

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